I St.Ride sono un trio genovese. La copertina, elaborata dai Maisie, mi piace, e forse ancora di più dopo l’ascolto del cd. La grafica, invece, è da enciclopedia informatica.
A questo punto viene voglia di dire (con voce stridula e bambinesca): ‘Voglio tutta l’elettronica di questo libro e la voglio facilmente!’. Elettronica facile quella dei St.Ride? Non proprio. Accessibile per chi è disposto a sfogliarli, a scorrerli e soffermarsi ogni tanto sui macchinoni oggi inutili (non per noi ovviamente). Computer grandi come stanze. Come interi appartamenti. L’elettronica non è funzionale, é affascinante! Via allora a girare le manopole (di cosa poi?… immagino vari armamentari synth, mixer e scatolette varie) a estrarre glitches e rumori dallo stereo di casa e a trattare la voce (altre scatolette… nastri?).
“Antares” e “Mystipic” potrebbero indurre a pensare che ci troviamo di fronte ad adepti ‘microwaves italiani’, ma non è così: campionamenti ritmicomelodici, un frammento degli Area che affiora e affonda in “Area X “ (e dove altrimenti?) fra ritmiche inscatolatefiltrate e synth che fanno da tappeto e attraversano rapidamente il campo uditivo (pannano? termine troppo da gelateria?). In “Alienite” un lungo fill di batteria manipolato con il fido campionatore(?), un loop di piano e scratch‘n’noises ci restituiscono una bella atmosfera da disco Blue Note con i graffi (anche profondi) al punto giusto. E roviniamoli ‘sti microsolchi allora!
Suoni da carillon centrifugato ci catturano in “Black C”: entra una tastiera, ritmica elettronica disintonata e ambientazione sicuramente sottomarina. Ma il pezzo migliore, a mio giudizio, è “Squeak the mouse” (titolo citazione del divertente fumetto comicopornogore di Mattioli immaginiamo…): batteria saltellantemetronomica, un campione di violoncello (?) agganciato con sputo e punto di start, voci radio, un accompagnamento di sonar, contrappunto di scratch rumoristico. Bello e sghembo, ci si accende anche una sigaretta a un certo punto. Una bella sonorizzazione per il fumetto sopra-citato. Bella bella.
Non posso che consigliare l’album per sedute pornopranoterapeutiche e come sottofondo per esercizi di stretching. Io già lo uso.
Fatevi risentire St. Ride.
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