Un disco esagerato, pieno di provocazioni. Ma a forza di esagerare, si rischia di non essere più presi sul serio
Questo è uno di quei dischi che, quando l'hai ascoltato tutto, qualche domanda te la fai sul senso di una canzone, sul ruolo che dovrebbe o potrebbe avere nel mondo, così per esagerare e stare sui toni di Antimusica. Dopotutto se l'è scelto lui l'aka Antimusica e non credo sia totalmente a caso.
Michele Cosentino, suo vero nome, sembra più un provocatore che un onesto cantastorie, solo più matto, più ironico e più coraggioso di altri. Che poi, la musica è tra le cose davvero divertenti di questo disco. C'è tutto, rock, blues, electropop, tutto un po' impazzito e delirante; c'è il beat da occhialoni scuri che coprono la faccia, c'è lo ska. Non è chiaro a nessuno se Antimusica ci è o ci fa e questa è la sua vera forza. Perché, nel delirio generale di questo disco, la struttura, i contenuti, le basi scelte per le canzoni, sono assolutamente studiati, precisi, calcolati. Quindi non è del tutto matto.
Dedica un paio di canzoni al sesso e alle sue donne, un paio alla cocaina, che la chiama in tutti i modi tranne che col suo nome vero, un paio a Dio, un paio al calcio (che poi, “Non si vende Kakà” l'ha scritta lui o è quella della curva sud rivista?) e un paio a Moccia. Il degenero incontrollato dell'italiano medio insomma.
Moccia e Dio restano le sue due più grandi ossessioni. “In moto con Moccia” è una poesia, recitata da Guido Catalano, anche abbastanza lunga e impegnativa a volerla ascoltare tutta con attenzione. Fossi Moccia sarei comunque onorato, perché anche il brano “Scusa ma ti voglio penetrare”, è dedicato a lui. A lui, a Roul Bova e al film “Scusa ma ti chiamo amore”. Quindi alla fine dei conti è sempre Moccia che vince, nonostante le prese in giro, dato che Antimusica si prende la briga di dedicargli ben due canzoni.
A Dio invece tocca un solo beat per una canzone e una poesia. Quindi lui ci ha ragionato su questo disco e bene! Allora ci fa, non ci è. Ho letto qualcuno definirlo un vero cane sciolto o un simil Rino Gaetano . Mi sembra tutto un tantino esagerato. Anche Michele Cosentino è esagerato e se si esagera poi la gente non ti prende più sul serio. Sembra voler provocare a tutti i costi, più che piacere o non piacere a chi lo ascolta: provocare la gente, provocare reazioni, di qualunque genere, simpatia, antipatia o bigottismo ipocrita. In questo è sicuramente tra i migliori.
Perché è evidente che ci sta provocando: il disco si chiama “Antimusica ti vuole bene (e andrebbe sempre a votare)”. Lui sicuro si diverte e forse ride anche un po' di noi che lo stiamo ad ascoltare.
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La recensione Antimusica ti vuole bene di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-05-04 00:00:00
COMMENTI (3)
ho sentito solo " robuste dosi di cazzo" di la tosse grassa su conziglio di ba ba lot e c'è da an-notare che la base è degli einsutzende neubauten. antimusica è un intellettuale
ho scritto t'amo sulla bamba è carinissima. a chi piace antimusica consiglio anche la tosse grassa, un po' più violento come stile ma molto godibile.
e' un tentativo apprezzabilissimo e riuscitissimo di demolire cinquanta anni di tradizione cantautorale italiana - 8