Se da una colonna sonora come questa dovessero realmente trarre un lungometraggio, salverei davvero solo pochi frame, tagliando tutto il resto.
Estetica vagamente mod, ma attitudine baglioniana in piena regola. Melanconiche ballate che si alternano a nostalgici rifacimenti del rock targato Stones, tradotto e riadattato infelicemente in salsa italiana.
Rievocazioni storiche di riff oramai fuori dal tempo e di una tradizione cantautorale da cui vengono estrapolati solo aspetti ammuffiti, legati a degli sbiaditi ricordi. Minima rielaborazione dello sterminato archivio che la canzone italiana ci ha concesso. Canzoni rafferme. Se in “Non ho che te” vi ricorda, anche solo per un secondo, Benvegnù, vuoi per l'atmosfera sospesa, sono abbagli. Insomma non convince affatto.
L’enorme buco nell’acqua è dovuto senza dubbio alle molteplici cadute di stile come in “Oceani”, nel reprise di “Let’s spend the night together” (The Rolling Stones), ma soprattutto nella parte finale del disco. Testi assolutamente dozzinali, (“Nera” è di incommensurabile banalità), di matrice pop-rock difettosa. Improbabile quanto assurdo scopiazzatore, emulo di Vasco, Claudio Valente ci “regala” perle di rara bruttezza. Provate voi a resistere alla riproposizione di chitarre e sax tipici di una certa produzione del rocker emiliano. Sarà pure una colonna sonora originale, ma quale regista accompagnerebbe il proprio film con questo “Maschere nude”?
Si adatta perfettamente ad una pellicola da una stella, massimo due su cinque. Con una sceneggiatura noiosa e dialoghi scontati. La trama che non coinvolge, la scenografia che cade a pezzi e una vecchia fotografia. Sporadici spunti interessanti, una manciata di inquadrature indovinate e qualche battuta discreta. Se da una colonna sonora come questa dovessero realmente trarne un lungometraggio, salverei davvero solo pochi frames (“I Treni di Novembre 1978”), tagliando tutto il resto.
---
La recensione Maschere Nude (colonna sonora originale) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-13 00:00:00
COMMENTI (9)
Le recensioni di Samir sembrano fatte con Polygen: polygen.org/it/grammatiche/…
sono solidale e assolutamente concorde con Samir Galal Mohamed, "un punk della prima ora....." e adesso vuole andare a xfactor? ...... ma per favore.....
Ma certo che il disco può piacere o no e che si DEVONO accettare le stroncature...però ripeto che il tono rancoroso è fuori luogo e comunque recensire i recensori mi sembra una bella idea, stimola a pesare le parole...spero che altri seguano l'esempio... visto che a quanto pare infastidisce :) altro che piagnucolare Fiz :)
Oohhh ma che spirito di squadra che avete a rockit.... Come succede e succedera' in futuro tantissime altre volte non sara' certo la vostra poco approfondita recensione a recare danno a questo disco che io invece ho acquistato e ascolto volentieri. Giustamente puo' non piacerVi ma mi sembra che ve la tiriate troppo leggendo anche altre recensioni.... Suvvia un po' di umilta' non guasterebbe... Buon lavoro!
io posso dire con serena obiettività che il disco l'ho ascoltato e mi sembra che Samir non sia per nulla fuori strada, anzi ho avuto le sue stesse impressioni. puoi chiamarlo metapop o meno, ma se un disco è brutto, con serena obiettività, bisogna dirlo. E Samir l'ha fatto. Può non piacere la recensione, ma per me non è fuori strada. Quando mandi un disco per farlo recensire devi mettere in conto che può non piacere, non c'è nulla di personale se qualcuno (legittimamente) ne scrive negativamente.
ciao ziggy, non entro nel merito ne della musica ne della recensione.
dico solo una cosa fondamentale, se cerchi/vuoi "la serena obiettività della critica" non vieni su rockit.
qui da 15 anni portiamo avanti tutt'altro discorso. l'abbiamo più e più e più volte spiegato e dimostrato nel corso degli anni, chi ci invia il proprio materiale vuol dire che conosce la nostra storia/linea e l'accetta. prendere o lasciare (e non piagnucolare, poi)
Caro Ziggyv, premesso che una recensione è sempre e comunque il parere di una persona, bastava dire che non sei d'accordo con questa.
Tutte queste righe sprecate in un'inutile metarecensione sanno di rosicata.
ERRATA CORRIGE for ZIGGYV: Riguardo "Let's spend the night together", ho scritto REPRISE e non MEDLEY.
Recensione alla recensione di Samir Galal Mohamed su MASCHERE NUDE di Claudio Valente
Samir Galal Mohamed ci"regala" una recensione di rara ignoranza musicale, incompentenza, approssimazione, incapacità di leggere al di là delle apparenze, ma soprattutto velleitaria e inspiegabilmente piena di livore(perchè poi? è questa la serena obiettività della critica? Una recensione che definirei "isterica".
Possibile che abbia ascoltato malamente un disco che, per fortuna, altri stanno comprendendo e plaudendo? Mohamed non ha capito per nulla il gioco di citazioni e allusioni dei riff "raffermi" (come dice lui) di Maschere Nude, riff che sono volutamente stonesiani perchè coerenti e funzionali alla narrazione di quella che ironicamente porta il sottotitolo di Colonna Sonora Originale, di un film immaginario, ovvio dove ogni personaggio si denuda in pubblico di una maschera, utilizzando le parole ma anche un ben preciso arrangiamento adatto alal sua storia: qui i testi sono ben pregnanti, altro che banalità, basta saper ascoltare. Si chiama metapop ma Mohamed evidentemente non ci arriva. Ma he disastro di recensione! E "l'enorme buco nell'accqua" è che Mohamed non capisca che in" Oceani" l'utilizzo del refrain di Let's Spend the Night Together degli Stones non è il tentativo di fare un "medley"(parole sue... sic), ma una efficace citazione in una canzone che parla di amori non vissuto, solo sfiorati o sognati, proprio laddove il refrain degli Stones dice beffardo in sottofondo "passiamo la notte insieme". E certi riff sono sì fuori del tempo, ma proprio per questo utilizzati per mettere in scene le "maschere nude" del disco, un personaggio per canzone, che vengono dal passato di Claudio e dal suo vissuto negli ultimi anni '70 e negli anni' '80.
La cantonata più grande di Mohamed è nel far derivare uno come Valente da Vasco e Baglioni (grandi nomi comunque, se la pruderie da alternativo pippaiolo non facesse perdere la lucidità a chi recensisce come accade qui): per chi non lo sapesse Claudio è stato un punk della prima ora, quando pochi ce n'erano in Italia e ha fatto un pò di storia della new wave italiana, con band come Art Dèco e Circle e lui, semmai, viene da Bowie e dai Roxy, ma anche da Battisti e Faust'o. Non basta ascoltare un sax e due chitarre per paragonare un crooner new waver e decadente come Claudio al dolce amaro balladrismo pop di Vasco e Baglioni. Anche Benvegnù ne converrebbe. Direi che quando si scrive bisognerebbe evitare certi toni perentori e arroganti, specie se non si è poi questi grandi esperti di musica, ma solo dei dilettanti allo sbaraglio, e ci spiace per Rockit che ci rimette la faccia.
Per finire NERA col suo ironico refrain stonesiano " very very rock'n'roll" in realtà non è così banale come dice il nostro recensore, ma l'esatto opposto: attraverso una metaforica figura di black woman vuole essere un tributo alla black music e al tempo stesso una satira di un'attitudine, una way of life , quella del rock'n'roll, che solo con la leggerezza dissacrante stile Stones si può mettere in scena efficacemente..sempre metapop capace di comunicare a più livelli, testuale, musicale ed emozionale...ma bisogna avere gli strumenti critici per capirlo...peccato...soprattutto per il tono offensivo...ma che gli avrà fatto poi Valente a Mohamed?