Valerian Swing
A Sailor Lost Around The Earth 2011 - Sperimentale

A Sailor Lost Around The Earth

Esercizio di stile o pura espressione di sentimento? Seppure i brani di "A sailor lost around the earth" siano raffinati da un lungo labor limae, resta evidente la componente espressiva spontanea, dettata da un impulso creativo totalmente musicale, come dimostra la rinuncia quasi totale all'uso della voce. I due brani di apertura, i più validi del disco, si configurano come lunghe cavalcate epiche, che spaziano dal post-rock alla sperimentazione, mantenendo un suono di ispirazione rock, ma intraprendendo spesso strade quasi progressive, con i ritmi spezzati, gli inserti di tromba dal tocco cosmico, i pochi momenti cantati caratterizzati da melodie semplici e nostalgiche.

Ciò che non convince del lavoro dei Valerian Swing è un certo distacco che si avverte nell'intero disco, dovuto forse agli eccessivi colpi di coda, come in "The decent man", un brano che inizia con una forza melodica devastante, ma a metà pezzo è violentato da inserti musicali più duri, che francamente rovinano il fascino del brano. Inoltre, da qui in poi, le tracce si fanno simili e i testacoda, gli arditi lanci ritmici e le svolte di intensità non sorprendono più. Diventa dispersivo ascoltare un brano come "How far", dove in poco più di cinque minuti coesistono (stretti) troppi spunti melodici e ritmici diversi, che vanno a corrompere quella spontaneità sentimentale di cui si diceva all'inizio.

Fermo restando, a scanso di equivoci, che ci troviamo di fronte a una band molto capace, il prodotto risulta ancora immaturo a causa delle diverse spinte poco organizzate. Gli si riconosce un innato senso per la melodia e un gusto raffinatissimo per i suoni, ottimi punti di partenza per cercare di rendere più organico il disegno complessivo.

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