È una bella sfida prendersi in carico la recensione di questo album, in considerazione del fatto che trovare il bandolo della matassa assomiglia quasi ad un intervento chirurgico. A un primo e distratto ascolto sarebbe anche facile liquidarlo come l'ennesimo disco di hard-core/rock che si rifugia nei soliti standard per ottenere un risultato secondo le aspettative.
Invece, nelle successive occasioni di ascolto, si scoprono interessanti sfumature che fanno ben sperare per il futuro. I numi tutelari sono svariati: da Henry Rollins e i suoi Black Flag ai Kyuss (e di tutto ciò che venne dopo), passando per i figliocci come i Jane's Addiction o i nipotini At The Drive-In, fino ad arrivare ai Warrior Soul; inevitabile, inoltre, le influenze di un certo Mike Patton (nell'epoca in cui militava nei Faith No More), ma alla fine dei conti i Seditius sanno il fatto loro. Peccato solo per la scelta di cantare in italiano esclusivamente in 3 episodi (sui 10 totali), rendendo il resto delle tracce quasi un'operazione di appiattimento sui generis.
Certo, non che il quintetto quando deve destreggiarsi tra i cliché si riduca a copiare spudoratamente, ma le tracce interpretate nella lingua madre evidenziano che ci sia più di uno spiraglio su cui poter lavorare in futuro e arrivare ai risultati raggiunti da progetti come Il Buio o gli ultimi The Death of Anna Karina.
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La recensione Carne da macello di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-13 00:00:00
COMMENTI (3)
...e pecché no?
ci sia più di uno spiraglio su cui poter lavorare in futuro e arrivare ai risultati raggiunti da progetti come Il Buio o gli ultimi The Death of Anna Karina.
spero proprio di no noodolino mio.
tutto il disco è in streaming gratuito su seditius.com
bella li per la recensione!