Quale modo migliore di fare lo sgambetto al rock, se non quello di sovvertirne completamente le regole estetiche, registrando bassi e chitarre elettriche (simboli di genere per eccellenza) senza amplificazione, quasi a volerli rendere simbolicamente impotenti, fregando poi un carico di ossessività ritmica all'elettronica?
Concettualmente, questo secondo disco dei Delay_House, si potrebbe definire come una specie di dissacrante unplugged elettronico, dove la ciclicità loop based si unisce a criptici e altrettanto pedanti cantati (di poche parole per pezzo), che spesso assomigliano a dei veri propri mantra oscuri. Tra le influenze dei riminesi, si scorgono la frenesia degli anni d'oro della new wave (le ritmiche di tracce come "Na", "Levare", "Tutto sta", ricordano in qualche modo big come Joy Division, primi Bauhaus e primissimi Sisters of Mercy), oltre al misticismo ibrido dei Radiohead (nelle atmosfere di pezzi come "Eroi"e "Società morirà").
Insomma la voglia e la capacità di sperimentare, unita agli ottimi spunti presenti in "2" sono le prove che i Delay_House stanno percorrendo la strada giusta, anche se forse tutta questa meccanica enigmatica e minimale - presente sia sul piano delle liriche che su quello strumentale - qualche volta rischia di lasciare nell'ascoltatore un lieve senso di disorientamento: è come se nell'opera mancasse ancora un piccolissimo tassello fondamentale. Magari lo troveremo nei prossimi lavori.
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La recensione 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-07 00:00:00
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