Ascolto, riascolto, ascolto di nuovo. E penso di avergli dedicato anche troppo tempo. Verrebbe da commentare con "nulla da rilasciare, silenzio stampa, tappi nelle orecchie". Ma andiamo avanti. Movimento – "Stato di Insicurezza". Mai un titolo più azzeccato per uno split che non ha né capo, né coda.
Pensando che Nirvana si possa essere schioccando le dita, i tre ruggenti leoni si trasformano subito in gattini miagolanti, come è ben sottolineato nell'urlo vocalico che stordisce dal minuto 2.53 al 2.59 di "Attimo", per non parlare della straziante versione live di "Crepa", con quello "sparaaaaaaa" (le "a" finali le ho contate) al limite di una corda vocale che sta per rompersi.
E poi, ancora, chitarroni attempati e dai suoni arruffati, inchiodati ai late 90s in un modo che farebbe imbestialire un trentenne signor Ligabue, copiato inconsciamente non tanto nella forma, quanto nell'approccio italico al rock. Sonorità che lasciano a casa la personalità, mettendo in frigorifero un minestrone di funky-rock e acid jazz servito con un vetusto modo di cantare della peggior annata. Per la parte testuale a farla da padrone è un qualunquismo e populismo trito e ritrito di cui esempio primo è "lo sai, io odio questo stato non è più mio e voglio aria, aria" .
Come direbbero i Movimento: "Dico di no".
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La recensione Stato di insicurezza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-31 00:00:00
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