Operazione Delorean, questo potrebbe essere il nome in codice dell’ascolto di questo ep prodotto dalla band bresciana. Tirate indietro gli orologi, non lesinate, di almeno una sessantina d’anni. Siete ad un concerto di Screamin' Jay Hawkins, di cui siete fan, quando improvvisamente venite sbalzati in avanti nel tempo. Ripercorrerete furiosamente tutta la strada musicale percorsa da allora a oggi, portando con voi solo quello che riuscite ad afferrare, pescando trucchi, storie e storiacce di cronaca, atmosfere dark, strutture new wave, echi di punk, rock-anthem anni settanta e ottanta e un bootleg di un concerto di Alice Cooper degli anni d’oro che avete nascosto nella giacca… fatto? Bene, ora tornate all’hic et nunc, calcate per un bel po' i palchi (undici anni per l'esattezza) e poi provate a scrivere un ep, cercando di rimaner fedeli ai cimeli che avete tra le mani.
L’esperimento potrebbe essere almeno distintivo rispetto al panorama attuale: una certa attitudine teatrale, una tendenza al rock'n'roll anthem, qualche tastiera, argomenti tenebrosi in cui immergervi e con cui stregare l’ascoltatore. Purtroppo quelli che sembravano esser ingredienti magici, una volta riversati su disco risentono troppo del tempo che è passato e anche registrazione e - talvolta - arrangiamenti non rendon onore agli intenti del gruppo. Per esempio un potenziale anthem come "I surrender", col suo synth bello pieno che sprizza anni duemila da ogni poro, sembra non esplodere mai, nemmeno nel ritornello, speso troppo con nonchalance, occasione mancata.
E forse, una volta sorvolato su suoni e sonorità, il non riuscire a non aprire mai graffiando veramente resta la pecca maggiore del disco. Un disco consigliato a chi ha già avuto modo di conoscere il potenziale live di questa band e vuole portarsene a casa un ricordo, più che un biglietto da visita.
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