Difficile.
Perchè è da parecchi mesi ormai che il mio diencefalo e corteccia cerebrale se lo stanno palleggiando, questo cd.
Da perderci la testa quando l'encefalogramma è piatto.
Difficile.
Anche ora, adesso, che l'avevo lasciato un po' a maggese nello stomaco.
Ne fecondo, ne sterile.
Difficile.
Perchè non so davvero capire se mi piace o se mi annoia o infastidisce.
E' come se scomparisse, accordo dopo accordo, dietro parti di se stesso che ancora non sono state scritte. Non lo sento più.
Sotto gli occhi, alcune note dal comunicato:"...un suono sognante,...sere fresche di primavera,...possibilità di una vita migliore".
Confusa. Non lo sento il sole che scioglie il buio. Nemmeno c'è il buio.
Io vedo il grigio, la nebbia punteggiata che sbiadisce le cose e non quella che le fa intravedere. Eppure questo mini ha un titolo burrascoso, "TSUNAMI".
L'onda di maremoto.
Che sembra una sproporzione di fronte alla simmetria dei 4 brani.
Ma anche l'asettico e astruso concetto di Tempo, può essere semplicemente "un momento in cui accadono cose". E il cuore vibra.
Non so cosa dire, veramente, di questi Deep End, di questi 3 ragazzi (due dei quali ex-Burning Defeat), che si muovono nei delicati territori dei Tristeza, che parlano un post-rock Karate e fanno sospirare l'atmosfera dei The sea and cake( l'album "the fawn" su tutti).
Non dico più nulla.
Forse ha bisogno di un suo tempo che ancora non sono riuscita a trovare. O forse no.
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La recensione Tsunami di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-11-04 00:00:00
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