One Dimensional Man (ODM)
You kill me 2001 - Rock, Noise, Blues

You kill me

Dopo un lungo periodo di detenzione in un manicomio criminale, l'uomo unidimensionale viene finalmente rilasciato per buona condotta, libero di immergersi nella massa come un uomo normale...

Sembra volersi riconciliarsi con il mondo, decidendo di nascondere parte dei propri deliri per confrontarsi con quella normalità che ha sempre sfregiato e deriso. Una spontanea evoluzione che deriva dall'incessante crescita delle tre anime artistiche che da anni tengono in vita questa rabbiosa e scorbutica entità sonora chiamata One Dimensional Man.

Certo per coloro che nel tempo ne hanno seguito le vicende é difficile pensare a un uomo dimensionale che suona il pop, eppure la nuova avventura stupisce per la ritrovata fiducia nell'ordinario, aprendosi con l'inaspettata "Saint Roy", brano tremendamente vicino a qualcosa di easy-listening e con un'indole melodica che contagia anche la successiva "I can't find anyone".

Sembrerebbe un cambiamento profondo, ma difficilmente percettibile su una superficie espressiva che si strappa progressivamente, lasciando affiorare i tormenti di un tempo, intrisi di blues malato e rigurgiti rumorosi.

" You kill me" scorre come un musical psicopatico, schizzando dal noise'n'roll violento di "Elvis" a quello convulso di "The old worm", scavalcando spesso il rock per arrivare dritto al rumore, espresso con l'ordinaria follia di "No north" o celato nel valzer delirante di "Broken-bones-valtz".

Poggiato sulla consueta potenza ritmica, il tessuto chitarristico é affilato ma meno estremo che in passato, così come le scorribande vocali, che ai consueti deliri alternano attimi di lucidità, sprigionando una forza poetica decisamente diversa rispetto al precedente "1000 doses of love!".

Non stiamo parlando di rivoluzione, perché é impossibile rinnegare anni di turbamenti vissuti con i fantasmi di John Spencer, Jesus Lizard e Sonic Youth, ma le quattordici scene di "You kill me" si muovono con cadenze che 'rischiano' di ampliare la portanza della musica degli ODM, magari scontentando parzialmente qualcuno dei vecchi seguaci, ma con la prospettiva di aprire un ampio varco in un pubblico decisamente più "normale".

Chi conosce gli ODM non ha bisogno di queste inutili parole e sa gia cosa fare, tutti gli altri farebbero bene a stare in guardia, perché potrebbero scoprire che vale decisamente la pena trovare un posto per ospitare un uomo dimensionale...

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