Cat Claws Cat Laws 2011 -

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C'era una volta una band che si faceva chiamare Elastica: durò giusto il tempo di due album e poi se ne persero le tracce. Una sorte che di certo non auguriamo ai romani Cat Claws, i quali prendono le mosse, artisticamente parlando, proprio dalla band capitanata dall'affascinante signorina che risponde al nome di Justine Frischmann, la quale, ad ascoltare l'apertura di "Silly fool" e la successiva "Your shoes" potrebbe essere disposta a fare carte false pur di cantare due pezzi del genere.

D'altronde lo stile della vocalist ricorda molto quello della Frischmann negli episodi più tirati, mentre quando il ritmo rallenta fa capolino il ricordo di Juliette Lewis che reintepreta "Hardly wait" di PJ Harvey in ""Strange Days". A un certo punto avviene però un salto (di qualità?): la band si sposta su registri indie-pop (il pezzo che apre la parentesi si intitola, non a caso, "Goodbye guitar"), ma stavolta sulla scia delle Cansei de Ser Sexy, tanto che nella successiva "90 minutes" la somiglianza é a tratti imbarazzante. Ciò non compromette la riuscita del lavoro, perché continuando nell'ascolto ci pare evidente come i Cat Claws siano più portati per le distorsioni piuttosto che per i synth.

Con "Junk food" si rifanno sotto con le chitarre (debitori stavolta ai Radiohead di "Pablo honey"), per poi lambire scenari quasi noise in "Mr. Cloud" (dove invece riportano con la mente gli Afterhours del periodo precedente a "Germi", ovvero quando Manuel Agnelli si dilettava con l'inglese). A seguire "Shooting star", un excursus psichedelico che invece apre uno squarcio spazio-temporale facendoci ripiombare a New York negli anni '70, aspettando che prima o poi entri in scena Patti Smith. E ovviamente, per restare in tema, la successiva "The fool on the bus" pagherà il tributo ai Television di "Marquee moon". "Downtown" rimescola nuovamente le carte, essendo la classica ballata il cui arrangiamento indie ai limiti dello stereotipo potrebbe costare alla band un passo falso; e invece i quattro sanno come mantenere l'equilibrio, senza mostrare alcuna incertezza fino all'ultima nota. D'altronde manca solo una traccia, la finale "Lovin' lovin' lovin'" che é di fatto il capolavoro assoluto dell'album, con quel suo crescendo nervoso che riapre nuovamente lo squarcio spazio-temporale di qualche riga fa.

Nel complesso c'é ancora qualche ingenuità da sistemare, ma l'ascolto di "Cat laws" rimane comunque esperienza piacevolissima e ripetibile. Dovessero imbeccare il singolone al prossimo giro...

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La recensione Cat Laws di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-07 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • strueia 13 anni fa Rispondi

    hanno una qualità produttiva molto efficiente questi Cat Claws!


    (Messaggio editato da strueia il 12/04/2011 15:29:58)

  • sklero10 13 anni fa Rispondi

    [: davvero un bel prodotto! tutto da ascoltare e far ascoltare!! :)

  • verbal63 13 anni fa Rispondi

    Sono i B52's italiani!

  • strueia 13 anni fa Rispondi

    love love love