Più giorni passo ad ascoltare questo cd, più mi convinco che i Delta V abbiano concepito il loro disco migliore; al contempo, però, sono certo che dei 3 finora prodotti, questo sia l’album più difficile da digerire, soprattutto se si fa lo sforzo di gustarlo nella totalità delle sue 16 canzoni (più 2 tracce fantasma).
Premesso questo, non si può soprassedere sulla classe di un duetto, ovvero Straker & Foster, che di lavoro in lavoro cresce artisticamente, perfezionando pian piano la personale cifra stilistica. “Monaco ‘74”, quindi, è opera dal taglio ‘internazionale’ - e non è casuale che venga commercializzato anche oltre i confini nazionali.
Dicevamo prima della difficoltà di assorbire per intero un lp che è ricchissimo di spunti e sonorità, elementi che tuttavia rischiano di perdersi nell’ora e passa di durata totale del lavoro, pur trattandosi di easy-listening, variegato e variopinto, altrimenti la fatica sarebbe diventata 'eroica impresa'.
Ma non sarà certo questo piccolo difetto legato all’eccesso di scrittura che ci farà desistere dal dirne bene: la nuova vocalist, già apprezzata nel singolo “Un’estate fa”, si fa valere almeno quanto Francesca Tourè, la più apprezzata finché non è stato il turno di Gi Kalweit. Il resto, come al solito, è ad opera del duetto di cui sopra, stavolta insuperabile nella scelta degli arrangiamenti, dove i nostri ammiccano alla lounge, una scelta che portano avanti fin dalle origini.
Diventa quindi molto difficile riuscire a sottolineare alcuni brani rispetto ad altri, vista la mole di materiale presente nell'opera e l’alta qualità che la contraddistingue.
In definitiva, per chi ama – o semplicemente conosce – la band, quest’album non può e non deve mancare; per chi, invece, ha sempre ‘snobbato’ la proposta generata dalle menti di Straker & Foster, crediamo sia il caso che corra ai ripari, a patto che la musica pop faccia parte del personale immaginario.
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La recensione Monaco ‘74 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-11-15 00:00:00
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