Come avrete notato leggendo lo strano titolo, questo cd si caratterizza proprio per il fatto di essere ‘atipico’, tanto nel genere quanto nella musica in esso contenuta. Forse quando avrete un giorno l’opportunità di ascoltarlo – ipotesi che non dovreste considerare poi così remota – vi chiederete, alla fine, in cosa consistesse la stranezza del dischetto; perciò, per evitare dubbi, preciso subito che questa sensazione deriva dal fatto che questo trio fa della musica acustica il principale ingrediente della propria cifra stilistica. Non basti però quest’indizio per fare dei Folkenublo un gruppo particolare: è infatti l’approccio alla materia che contraddistingue positivamente tutta la proposta.
D’altronde se siamo sulle orme di Nick Drake e Tim Buckley, due artisti di cui i Nostri riprendono alcuni brani nei loro live, è difficile dirne male, dal momento che la formazione non si impegna a rielaborare semplicisticamente i suoni di queste due icone, ma arricchisce le canzoni con le sfumature più disparate utilizzando semplici strumenti come l’hammond, il rhodes, e il synth.
Ed è quindi un bel sentire, come al solito sorpresi di trovare ancora autoproduzioni di questo calibro. Di più, avremmo detto che un cd del genere avrebbe trovato la sua ideale collocazione nel catalogo della Beware! - ma non è detto che un giorno ciò non possa succedere.
Comunque sia andata, questo demo testimonia la classe di una band che, se solo avesse avuto i natali oltreManica, adesso sarebbe sulla bocca di tutti almeno quanto i vari I Am Kloot, Turin Brakes e Kings Of Convenience. Anzi, dirò di più: il terzetto strizza l’occhiolino a certo folk inglese dei seventies, e ciò è un ulteriore fattore di interesse nei confronti della musica qui dentro contenuta. Ma l’aspetto che maggiormente colpisce all’ascolto è la grande capacità della band di realizzare canzoni con una sensibilità artistica che in Italia oggi sembra merce rara.
Un ‘primascelta’ che ci sembra poco rispetto a quanto “DiaTrionPepereon” esprime in termini di qualità media delle canzoni; comprarlo, a questo punto, è un obbligo, con la speranza che il duo decida di battere terre straniere (Poptones o Jeepster potrebbero fare ‘carte false’) per veder realizzato un sogno che in Italia è e rimarrà, crediamo, utopia.
Buona fortuna…
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