Testi depressi e poetici, che non sfigurerebbero in una versione ultradark dei messaggi dei Baci Perugina, slogan ripetitivi e ossessivi alla CCCP, un rock dalle tinte oscure che ricorda nello spirito i Joy Division (ah magari!), emozioni forti che emergono talvolta con rabbia talaltra con malinconia. Insomma, un album apprezzabile ma niente di più. Musica che si lascia ascoltare con piacere, senza però mai colpire il cuore o il cervello.
Una specie di apatia consuma le canzoni che non escono mai dall’incubo del ‘già sentito’; un elettroencefalogramma piatto, senza picchi o cadute (il secondo brano si intitola “Insignificanti episodi”…..forse è uno stile ricercato!!!).
E come per assurdo i testi parlano di “trovare la forza” e dello “sforzo di essere qualcosa”. Trovare la forza per cambiare, per essere qualcosa di stimolante, ecco quale dovrebbe essere il proposito delle Olocombustioni Paniche per l’anno scolastico appena iniziato. La noia è uno spunto per creare (la musica dark insegna), non uno stato della mente in cui crogiolarsi.
Colore, più colore, altrimenti dose massicce di prozac perché le idee non mancano...
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La recensione Alla guida del mio cane meccanico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-11-18 00:00:00
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