Evocativo e brillante. Paolo Spaccamonti mi fa credere di non aver mai avuto un disco post-rock in casa. "Buone Notizie" non è nulla di innovativo, sia chiaro. Sono loop di chitarra, note agili che si srotolano tra brevi linee di contrabbasso e la batteria (elettronica o acustica). Le parti si sommano, se ne aggiungono altre in reverse, spuntano le tastiere (o suoni che proprio non saprei descrivervi) per ottenere l'effetto di un'orchestra malinconica che ti riempie fino alla commozione.
E' musica da film: ci sono atmosfere western ("Claude" e "Tex 2"), "Guitar Heroin" mi ricorda la "Fuga di mezzanotte" di Moroder, il tango di "Amici Vecchi" assomiglia a quelli di Jon Brion nei film di Paul Thomas Anderson, "Specchi" è un jazz-rock rilassato e solare, da commedia d'amore, "L'ultimo vestito non ha tasche" è la classica da funerale sotto la pioggia. A volte quest'anima cinematografica può essere limitante (il tex mex di "Claude" sfiora il clichè; "Ossamiche", quasi alla Pink floyd, è ridondante) l'immaginario si restringe, tu vorresti guardare un po' più in là. Ma Spaccamonti gioca a irrigidire tensioni per poi rilassarle, e quando si libera è come se si alzasse il sipario: vedi un uomo vestito da meccanico che alla fermata del tram per far la corte ad una donna ucraina mette due dita sulle labbra e poi allarga le braccia di colpo e dice qualcosa che lei non capisce e che poi lui tradurrà con "vero zucchero"; il campo da basket nelle mie sere più nervose; i lampioni che si accendono lentamente in un cielo rosa post-temporale; questa casa che da quando sei sparita si è riempita di mosche. "Buone Notizie" termina con la slintiana "Mr. P", che procede fredda, si carica di un rumore tipo mitragliatrice fino a quella pausa di pochi secondi, e poi riparte d'impatto, un po' come se fosse il refrain su cui far scorrere i titoli di coda (di solito a quel punto si applaude).
Lo so, è facile descrivere i dischi strumentali con un semplice elenco di diapositive in movimento, ma a volte è inevitabile. Dopotutto ho sempre ascoltato i Tortoise come se fossero album di fotografie, se togli le parole devi avere qualcos'altro in cambio. "Buone Notizie" è un disco "piccolo", sai bene che non farà rivoluzioni, ma diventa un'ombra da cucirsi al piede. Sarà per quello che è disarmante, tutto il resto scompare (non importa quanti dischi post-rock hai in casa). Tiene insieme i ricordi. Un momento privato. Non sottovalutatelo.
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La recensione Buone Notizie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-06 00:00:00
COMMENTI (8)
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figo!!
disco bellissimo, mi pare anche sopra quello precedente.
togliamo il cappello.
Daniele_verlaine
bello, bello! ebbi il piacere di verlo live al tafuzzy days due anni fa, spero si ripresenti presto occasione (sperando che scenda pure in terronia).
oh, ma bello!
si! molto bravi.
molto tortoise.... molto bello
Il disco italiano più bello dell'anno. Consigliatissimo!