A dispetto dell'immagine torva dei tre membri, gli Aim fanno una musica calda e avvolgente, che in alcuni momenti si inasprisce e svela le dichiarate ascendenze punk, ma che nel complesso si mantiene nell'alveo di un rock melodico e ampolloso che, se proprio dovessimo restringere il campo dei tanti nomi di riferimento, trova i più vicini progenitori nelle chitarre e nelle interpretazioni umbratili dei Verdena e nei solenni arrangiamenti neo-prog di Doves ed Elbow (in particolare nel dittico iniziale "Reverse"-"Holy Day"). Un incontro che può suonare ridondante, e in effetti capita che la voce diventi lamentosa più che intensa e il sound pesante più che ricco, ma sono episodi tutto sommato trascurabili e che di solito non durano nemmeno il tempo di un'intera canzone – per esempio, la strofa di "Come se" sa un po' di stantio e di Marlene Kuntz che rifanno stancamente la Premiata Forneria Marconi, ma il ritornello, seppure abbastanza già sentito, risolleva le sorti del brano con la sua cantabilità da stadio-ballad per masse alternative. Nel complesso, il terzo dei brianzoli è un album coeso a cui ha sicuramente giovato la sapiente produzione di Federico Dragogna dei Ministri – di cui si avverte potente l'egida nella polemica, martellante, ministriana "In Tre" - che ne fa un lavoro, se non sorprendente, almeno meritevole di attenzione e dall'appeal potenzialmente commerciale (in senso buono).
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La recensione We are sailing di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-11 00:00:00
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