I Maieutica partono scanzonati come il "nanananananà" che sbeffeggia Dario Brunori (che qui, tra l’altro, è il produttore artistico della giovane band lametina) in “1999”, secondo singolo e video estratto dal disco. Dopodiché ti corteggiano con undici melodie ammiccanti, che resteranno nell’aria anche nel post ascolto. Semplici, con la capacità di costruire ritornelli che si incollano senza più lasciarti e fortunatamente neanche tormentarti.
Quello che colpisce del loro powerpop emozionale è l’energia, la grinta. “Ufo” e “Pseudo Kidney” mostrano il lato più “disperato” del metodo maieutico che è quello che conquista: “Come un bambino” quello più ingenuo; “1999” i tratti più maturi e che lasciano spazio ai sogni. I Verdena potrebbero essere in agguato, senza tuttavia provocare imbarazzi, perché seppure non si possa parlare più di originalità in generale, si può apprezzarne la sincerità e l’autenticità dei sentimenti.
Ed è questo che valuterò, insieme alla voglia di ideare e creare senza forzature, architetture complesse o retrogusti di banalità, ma anche con passaggi frutto di un'eccessiva ingenuità. La prima parte del disco ha una marcia in più, perciò in futuro qualche sfoltimento non può che far bene, così come una maggiore forza dei testi e scelte più ardite nelle composizioni. "L’età dell’oro" è un’esperienza positiva, su cui poter far leva per fortificarsi e se i compagni di viaggio saranno entusiasmo, genuinità e freschezza, il cammino sarà decisamente in discesa.
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