Belle immagini a cui mancano i colori, inanimate istantanee di intimità domestica che non riescono a prender vita. Un debutto che non convince. Ma forse promette.
Una donna sulla trentina, appoggiata ai fornelli dell’angolo cottura del suo bilocale arredato Ikea, che canta i dolori dell’abbandono: questa è più o meno l’immagine attorno a cui ruota “Non piango per le cipolle (storie di abbandono in cucina)”, primo album dell'ex Pecksniff Paui, otto tracce di pop naif e tanti pezzettini di quotidianità domestica andati perduti. La chitarra acustica accompagna una voce asciutta che sa di ingenuità, di colori pastello, di fiaba d’altri tempi a cui manca il lieto fine, il tutto tenuto insieme da una registrazione anch’essa apparentemente molto domestica.
Non è certo questo recuperato immaginario femminile da anni ’50, pieno di buoni sentimenti a non convincere. Del resto è stato ormai già ampiamente sdoganato a partire dalla rima perfetta tra sincerità ed eternità. Quello che manca a questo disco è la melodia, è la musicalità debordante, è la filastrocca da fischiettare quando meno te lo aspetti, è il motivetto seducente a cui non poter resistere. Manca insomma l’immediatezza e la giusta attitudine musicale che tengano insieme, diano senso e valorizzino questi attenti squarci di quotidiana intimità (“Dolceforno Harbert”, “Raccolta differenziata”, “Dolcissimo in Sol”) e rabbia taciuta (“Testa di melone”) che nella giusta veste potrebbero funzionare e rimanere attaccati più del tempo di un unico e bastevole ascolto.
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La recensione Non piango per le cipolle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-09 00:00:00
COMMENTI (3)
se fossi buono di usare rockit metterei in streaming le canzoni...
ascoltavo a suo tempo già i pecksniff, mi è piaciuto ritrovare la cantante, paui, in veste di solista e con curiosità mi sono avvicinato a questo album, sebbene la ragazza "debba ancora farsi le ossa" non credo che la semplicità delle sue canzoni possa essere confusa con banalità, asoltando le tracce è come vedere una riga di colore (ovviamente pastello) su un foglio bianco, c'è spazio per tantissime altre cose attorno ma quello che raggiunge l'ascoltatore è sempre e solo una parte dell'essenziale, la mia preferita sicuramente "testa di melone" una canzone che si ascolta e fatica ad andarsene dalla testa, anche io come dexter consiglio più ascolti di questo cd semplice ma non banale.
Ho appena scoperto questo album, penso che lo ascolterò ancora e ancora. Trovo commoventi i testi che trasmettono dolore e voglia di rivincita verso chi calpesta i sentimenti altrui.
Le sonorità delicatissime e la voce così dolce che si oppongono alle parole forti, aiutano in realtà a dare ancora più pathos. Consiglio più ascolti.