Ci sono principalmente due aspetti, di cui uno buono e l’altro decisamente meno, che colpiscono subito all’ascolto di questo disco: il primo riguarda il sound monolitico della band, qualcosa di incisivo che è sicuramente all’altezza dei migliori lavori prodotti oltreOceano. Peccato però - e qui passiamo a considerare l’aspetto meno positivo - il cantato in italiano, alla resa dei conti l’unico grabde difetto in un lavoro che musicalmente non conosce punti deboli. Scrivo ciò perché, inevitabilmente, il crossover (o nu-metal che dir si voglia), prevede molto più di altri generi l’uso della lingua inglese.
È però necessario scrivere che la band ce la mette tutta nell’adattare l’idioma tipico dello Stivale alle ritmiche che caratterizzano il genere, ma l’operazione non sempre riesce. Si riconoscano comunque i meriti al vocalist Manuel Rossi, considerando che il suo è il ruolo più difficile all’interno della formazione; gli altri quattro, invece, non sbagliano veramente un colpo e grazie alla produzione di Marco Trentacoste il risultato finale è eccellente. E, pur ribadendo la difficoltà di sentire liriche in italiano in album come “Sotto la superficie”, se vi piacciono questi suoni dovete metter mano al portafoglio. Ci sono infatti tracce che meritano il ‘repeat’: da “Stringo i denti” a “Sexy chimere”, entrambe con la partecipazione alla voce di Max Zanotti dei Deasonika che impreziosisce il tutto e serve a variare la ricetta originaria del gruppo, passando per “Oh no” e “Puoi competere”, per poi finire con “Prendimi”. Il resto, qualitativamente, è solo un (piccolo) gradino più in basso, ma nel complesso non credo di sbagliare se affermo che questo è uno dei dischi che nel 2001 suona meglio rispetto a quanto ascoltato finora.
L’unica paura di questi tempi - e dopo la delusione live dei Folder (!!!) - è che il quintetto dal vivo faccia fatica sia a ‘reggere il palco’ che, soprattutto, a suonare con la pacca che ci si aspetta dopo aver ascoltato “Sotto la superficie”. Nella speranza che sia il sottoscritto a sbagliare, mettendo in relazionare fattori e situazioni diverse, concedete almeno un ascolto al disco se non siete amanti di tali sonorità; altrimenti, come già scritto, bastano £ 22.900, cifra ridicola se paragonata al contenuto di quest’album.
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La recensione Sotto la superficie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-11 00:00:00
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