Reputo un segnale decisamente preoccupante il fatto che, ogni volta che mi metto ad ascoltare un cd di nu-metal, mi trovo costretto a ripetere a me stesso che é necessario mettere da parte ogni pregiudizio.
Nonostante i miei buoni propositi, scopro che è sempre più difficile giudicare le numetalband per quello che sono e non per quello a cui cercano di assomigliare...
Capita sempre più spesso di deprimersi ascoltando demo autoprodotti con mille fatiche da ragazzi ricolmi di capacità e passione, che si limitano semplicemente a fare quello che tutti si aspettano, senza mai riuscire a dare un briciolo di autonomia artistica ai propri sforzi in sala di incisione.
I Faith Leap non sfuggono a quella che é diventata una tendenza pericolosa, dimostrando di conoscere a menadito ogni dettaglio del nuovo metallo, dando sfoggio della loro padronanza di quelle che sembrano ormai essere diventate delle ferree regole compositive.
Chittare potenti, ritmica fragorosa e incisiva, impatto sonoro, melodia sempre presente, voce capace di cantare e grugnire, testi in un inglese più che accettabile, arrangiamenti sapienti e incisivi... insomma, pur con le croniche limitazioni dell'autoproduzione, i tre pezzi dei quattro romani sono fondamentalmente impeccabili ma assolutamente prevedibili e privi di quel carisma necessario per tirarsi fuori dal grande faldone degli anonimi in attesa di sistemazione.
Il consiglio é quello di provare a partorire le prossime composizioni ricordandosi che Roma non ha i grattacieli.
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La recensione Deep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-12 00:00:00
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