Chi avrebbe mai pensato, anche solo un anno fa, che un giorno un personaggio come Tricarico avrebbe trovato (tanto) spazio in una major? Eppure, a ben vedere, stavolta siamo di fronte ad un talento, oltre che ad un personaggio che, pur volendo pensarlo come al frutto di un’operazione di puro marketing, non riusciremmo mai ad immaginarcelo così come si presenta.
Che poi non si tratta tanto del personaggio, ma della musica che lo rappresenta. E ad ascoltare le sue canzoni (filastrocche?), mi viene da pensare che questo ragazzo riesce a fare in maniera impeccabile ciò che Lucio Dalla prova a realizzare artisticamente, ma senza risultati, da almeno 15 anni.
E così dopo l’hit-single “Io sono Francesco” e l’interlocutorio “Drago”, questo terzo singolo allinea due pezzi di prim’ordine, forse perché il Nostro decide di tornare a lavorare in fase d’arrangiamento e produzione con i due collaboratori che lo accompagnavano all’epoca della prima, fortunata, uscita discografica.
In questo terzo singolo le tracce complessive sono solo due: si comincia con “La pesca” e si chiude subito dopo con “Lavanda”, brani dalle musiche irresistibili almeno quanto le liriche stesse.
Naturalmente lo stile è sempre quello: obliquo, stralunato, apparentemente non-sense e, soprattutto, naif. Inutile, però, andare avanti con l’analisi: Tricarico è, e rimarrà, una ‘bella scoperta’ che ci auguriamo solo possa continuare a questi livelli.
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