"Instant music" non è solo il titolo di un album, il terzo, dei Gringoise. E' anche il nome di un esperimento musicale compiuto dalla band milanese, ossia suonare senza una reale idea, né concezione di dove poter arrivare. Sapere da dove partire, senza conoscere la meta. Qualcosina in più di una semplice improvvisazione, almeno nelle intenzioni. Sensazioni alterne, confuse, spesso sfuggenti. Con esse, l'idea di una continuità con il precedente "Suonerie per Cellulari" diviene più che effimera, quasi inesistente. Dall'immaginario kitsch-televisivo anni '80, alla sperimentazione concettuale. L'impatto non è da poco.
Rimane da comprendere il perché di questa scelta, le motivazioni artistiche nascoste dietro una musica che si presenta come "slow food", da gustare con pazienza d'ascolto e d'immaginazione. Forse si può trovare una sottile ironia su recenti lavori dell'indie italiano, una controtendenza - nemmeno eccessiva - rispetto a un hype divoratore, ai tormentoni degli ultimi tempi. Oppure una semplice voglia di spiazzare, di stupirsi. Comunque sia, da tutto ciò escono nove tracce fluide, atonali, oscure, oppressive. Dal trip-hop di "Amore Sono a Casa", alle venature progressive di "Here! All is burning", fino all'avantgarde pura di "Le Trottoir de 19ème".
Tanti gli spunti, tante le idee. Restano due conclusioni, ipotetiche. La prima: "Instant Music" è un puro divertissment sperimentale. La seconda: "Instant Music" è il nuovo percorso artistico dei Gringoise. A detta di chi scrive, la prima corrisponde ad un tentativo apprezzabile ma privo d'incisività, la seconda a un peccato madornale. A voi la scelta.
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