Gran bel disco. Classico ma fresco, lungo e al contempo leggero. Elegantemente tradizionale, ma frizzante. Curato, ben arrangiato e suonato, anzi, interpretato con assoluta credibilità. “Mr. Sorrow”, “Never let you go”, “Marble eyes” e soprattutto “Life on the moon” risiedono in pianta stabile nel mio iPod.
I Faz Waltz me li immagino in uno stadio, in un’arena, come i loro eroi: i T-Rex, i Queen e Bowie. Certo, è una visione assolutamente immaginifica, ma concedetemi comunque una degna e sincera apologia di questo fantastico album: 12 brani uno più intenso dell’altro, compresi i riempitivi, come nella migliore tradizione dei grandi LP anni ’70 e ’80.
Il glam e le preghiere rivolte a Freddy Mercury, a Marc Bolan e a John Lennon. L'androginia e il gusto glitter di Ziggy Stardust, i Rolling Stones di “Some Girls” e gli AC/DC, quelli dei bei tempi andati. Insomma, quanta roba c’è? Davvero tanta. Loro però, a differenza di molte altre band che mantengono legami troppo stretti con il passato, suonano giovani. Si divertono e ci divertono. Via la naftalina da più di quarant’anni di musica! La band prende immaginario e cultura di un certo rock e rielabora il tutto.
Questo è il loro trattato musicale, e qui occorre solamente ascoltare. Lasciarsi trasportare dal potere delle belle canzoni, punto. Il resto adesso non conta. Lunga vita al rock! Lunga vita ai Faz Waltz!
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