Antefatto e prima osservazione.
Inquietante pila di cd sulla scrivania, e nuovo pacchetto nella cassetta della posta. Apertura della busta, e gradevole sopresa 'estetica': il demo dei Gestalt è un cd-r in confezione ultraslim con sobria 'copertina' stampata bianco su nero, pulita ed elegante, solo testo e niente foto, sapiente suddivisione degli spazi, tutte le info necessarie (titolo, tracklist, specifiche relative alla registrazione, recapiti virtuali e non) e nulla di superfluo, i testi sull'altra faccia del foglio, e, allegata, una cortese letterina di presentazione scritta in italiano corretto, impaginata con gusto ed impreziosita da una spruzzata di (lieve) autoironia. Una specie di antologia tangibile del "demo confezionato bene", mosca bianca tra autopresentazioni prolisse, biografie opprimenti, bacheche di trofei improbabili (andate a rileggervi il Pusher...), generosi sprechi di carta, un italiano spesso più che zoppicante, un minimo sindacale di cinque font diversi per ogni pagina stampata, copertine a getto d'inchiostro con il malcelato tentativo di stupire (...) pasticciando almeno il 90% dei sedici milioni di colori teoricamente disponibili (e di volatilizzare almeno il 30% del toner), tipicamente accoppiato ad una risoluzione (delle immagini o della stampante o meglio ancora di entrambe...) assolutamente infima. Ennesimo (inutile...) consiglio sull'argomento ai musicisti in procinto di dare un involucro al disco di plastica che è costato loro tanta tanta tanta fatica: fatevi mandare il cd-r dal quintetto fiorentino, prendete spunto, imparate almeno temporaneamente l'efficacia della semplicità ed inscatolate la vostra musica in una confezione almeno decente.
Basta. Parliamo di musica.
Secoli dopo (la pila era alta...), disco nel lettore.
"X-boyfriend", in apertura, è decisamente leggera: titolo sciocco, argomento scontato e musica 'carina'. Non altro. Nei tre pezzi successivi si viaggia decisamente meglio: testi prevalentemente intimisti, lievi ma non banali, con una forte connotazione introspettiva, interpretazione vocale gradevole, non monocorde anche se ben definita (in "Luna e il cosmo" si può trovare qualche riferimento alla Consoli, mentre "Lacrimosa contrariata" appare molto vicina (per testo, andamento, cori) ad alcune cose della Di Marco solista), musiche pulite quanto la grafica della copertina, strutture efficaci ed arrangiamenti privi di elementi particolarmente innovativi ma funzionali all'insieme.
Le quattro tracce scorrono benissimo, e, se risulta abbastanza scontato il consiglio di lavorare per ottenere un'aumentata autonomia da modelli e schemi consolidati, ricercando almeno a tratti una maggiore varietà di forme, le basi di partenza appajono buone ed i primi passi assolutamente incoraggianti; se ancora ce ne fosse bisogno, l'indicazione di "Passaggio", sicuramente il pezzo migliore del lotto, come quello maggiormente rappresentativo degli sviluppi sonori più recenti del gruppo ed una chicca ritagliata dalle note biografiche on-line ("...con una forte predilezione autolesionista per quelle esperienze conclusesi proprio sul più bello, segnatamente Disciplinatha e Scisma") contribuiscono ad irrobustire ulteriormente il buonumore del recensore.
Seconda (ed ultima) osservazione: se, oltre al packaging, anche il contenuto (come nel caso dei Gestal) merita attenzione, è decisamente meglio. Decisamente meglio.
---
La recensione Demo 2001 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-24 00:00:00
COMMENTI