Se devo essere sincero, non fatico a scrivere che questo disco non è mai stato uno di quegli ascolti che sia riuscito in qualche modo a monopolizzare la mia attenzione in un periodo ben preciso. Eppure, ogni qual volta me lo ritrovo per le mani e consumo il suo contenuto, mi accorgo di avere di fronte un’opera affascinante, ma di certo non destinata ad un pubblico di massa. Qui dentro, infatti, non troverete ‘canzoni’ comunemente intese; piuttosto, quando premerete il fatico ‘play’, vi imbatterete in 5 tracce che trovano una ragion d’essere se ricollocate nel contesto più ampio dell’elettronica. Per di più, la dicitura “live recording/no overdubs” che scoprirete sul retro della confezione, conferisce maggior spessore ad un ep dove il quartetto messinese flirta piacevolmente con tutte quelle sonorità tipiche di strumenti (?) quali il sintetizzatore, il campionatore e la drum-machine, solo alcuni degli attrezzi che, se suonati in un certo modo piuttosto che in un altro, producono determinati suoni.
Nel caso dei Latex i frutti sono racchiusi in questo “Slightly out of frame”, per alcuni versi accostabile a certi esperimenti dei Chemical Brothers, ma sicuramente meno ruffiani e più semplici - ma non grezzi. “Enjoy knob culture!” ne è l’esempio più chiaro, ma all’ascolto vi accorgerete che è solo un debole indizio; i Nostri, infatti, non disdegnano un’esplicita puntatina nella psichedelia (“One wave out”), anche se crediamo che tutto il lavoro ne sia in qualche modo contaminato.
In sostanza l’ep non contiene nessuna rivoluzione stilistica o geniali trovate, ma rivela una band capace nella frequentazione del genere e matura a proporre, magari più avanti, soluzioni vagamente più orecchiabili. Ammesso che non desiderino far arrivare il loro messaggio solo a una stretta cerchia di persone che alla parola ‘compromesso’ preferisce la più rassicurante ‘sperimentazione’.
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La recensione Slightly out of frame (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-26 00:00:00
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