Nonostante i titoli di autore e cd non promettano nulla di buono, tutto inizia benissimo. La traccia che ci stappa le orecchie è fulminea e leggera. Per rendere l'idea, lascia in bocca sapore di Beach Fossils o dei più vicini Young Wrists. La seconda è invece da evitare, perché spirituale in modo preoccupante, del tipo organi e altre sacralità che si materializzano nelle casse, e perché dura 13 minuti. "Parapendio" è la continuazione brutta della troppo bella prima traccia, che in realtà ha poco in comune col resto del cd, un po' più ombroso. C'involiamo ora sulla saga di "Torpore", divisa in due tracce: nel primo incontro, che però si chiama "Torpore pt. 2", c'imbattiamo in un ruscelletto solitario, che la farà da padrone per tutto il primo minuto. Solo in seguito arriveranno moltitudini di echi direttamente dal maestrale, oppure, ora che ci penso meglio, direttamente da un horror. Molto meglio con la successiva ("Torpore pt.1") dove s'intuisce un pianoforte dalle corde slabbrate che sembra andar da solo, poi strumenti indefinibili, quasi violini e nuvole di arpe rubate chissà a quale fanatico del démodé. Si scoprirà in seguito che Francesco Federici (responsabile del tutto) è un illusionista o, per non essere arcaici, un nerd senza occhiali. Già, perché l'unico strumento usato risulta essere una chitarra elettrica maneggiata però con un archetto da violino, il che dimostra che in qualche modo c'avevo preso. Unici condannati quei brani intrappolati in tempi troppo lunghi. Per il resto è una psycho-soundtrack da proporre a Lamberto Bava, adesso!
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La recensione Conseguenze di una prolungata esposizione al suono di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-30 00:00:00
COMMENTI (2)
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(Messaggio editato da asiamartinelli il 31/05/2011 00:21:19)
Ma che fighi!!! :)