Simona Gretchen
Venti e tre 2011 - Rock, Noise

Venti e tre

Simona Gretchen è una che la notte dorme poco, immagino. Occhi aperti e soffitto alto, coi panni buttati sulle sedie e spunti di riflessione ovunque. Dopo il riuscito "Gretchen pensa troppo forte", esordio tra i più interessanti degli ultimi anni, la giovane cantautrice faentina ritorna con un 7'' in edizione limitata. Due canzoni, una per lato, cariche di romanticismo a nervi tesi.

La title track è un verso ridondate: "la mia giovinezza ha un fine, ma ha vita breve". Ed è tutto qui dentro: il modo profondo di relazionarsi al proprio io, il coraggio per prendere di polso le parole e farne un'equazione perfetta tra piacere e dolore. Inquietudini e tensioni si alimentano in modo continuo, su un cantato-parlato monotono e privo di qualsiasi esercizio di stile autoreferenziale. Piace la naturalezza e la poesia con cui la Gretchen affronta i suoi turbamenti. Piace, soprattutto, la capacità di muoversi in territori oscuri e sofferti ma sempre aperti a spunti di risalita: non c'è mai una chiusura drammatica a nulla, musicalmente come nella scrittura.

Il secondo pezzo, a primo acchito un semplice divertissement, si dimostra invece una riuscita e rispettosa cover di "Venus in Furs" dei Velvet Underground. Sezioni ritmiche ridotte al minimo, voce morbida che esplode potente nei ritornelli: "I am tired, I am weary, I could sleep for a thousand years". Dopo due canzoni così, aspettare il nuovo disco è un dovere.

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