Gig d'improvvisazione collettiva svoltasi all'Hamburger Jazzstage nel 2008, per questa band di colti conoscitori della musica tout court, lavoro dato alle stampe da un'etichetta siciliana piccola ma operosa. Oltre a Lorenzo Colella, Flavio Livigni e Luca Lo Bianco, il numero dei musicisti coinvolti è davvero notevole, che ci vorrebbero tre pagine di Rockit.
Ad aprire le ostilità (è proprio il caso di dirlo) è il caotico spin della free "Miconduco", dal sapore zorniano, un rizoma che collega sottotraccia "Torture Garden" dei Naked City e saporoso jungle ellingtoniano. Più riflessiva e mesta sulle prime appare "Disaccordo sula Meridiana", drappo funebre svolto su tutto un immaginario iconico che va dal klezmer alla Famiglia Addams, per clusters di piano e soliloquio chitarristico. La scena si tinge di newyorchese all'ingresso di "Fitzcarraldo", tra fiati misteriosi e una trama cinematica dal retrogusto settantesco. A chiudere il cerchio ci pensa "The Hamburg Bis", mood hard boiled ma in controtendenza se a narrar la storia è un campionamento vocale del famigerato discorso di Trapattoni.
Un live colto, pieno di referenti forti, come tanti approdi storici e poche rischiose derive, per un genere ormai altrettanto codificato del pop, ma qui declinato come solo musicisti da par loro possono (e sanno) fare.
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