Francesca Romana Lo specchio 2011 -

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Di "Vermiglio", il primo album di Francesca Romana che di cognome fa Perrotta, ci aveva colpito la cura. Era un disco fatto bene, maturo, pensato e prodotto da persone preparate (Francesca ha sulle spalle una decina d'anni di conservatorio) e capace di regalare diversi spunti interessanti. Erano stati tirati in ballo paragoni con Carmen Consoli (per la voce), Dolcenera e Beatrice Antolini. Un buon inizio a cui Francesca ha dato immediatamente seguito, raccogliendo riconoscimenti in diversi premi musicali e duettando con Cristiano De Andrè durante il Tour "De Andrè canta De Andrè".

Il suo nuovo disco si chiama "Lo specchio", i pezzi in totale sono undici (più una ghost track) di cui uno scritto a quattro mani con Gino De Crescenzo aka Pacifico ("Contro il mio sguardo") e uno con l'ormai collaudato Cristiano De André ("Il demone"). Le coordinate sono sempre quelle dell'esordio, ergo cantautorato pop raffinato, con un tocco vagamente alternativo, che apre il disco stimolando a tradimento le papille gustative: c'è qualcosa dei Medicine di "Time baby III" in "Il tuo nome e veleno", addirittura una chitarra stile Smashing Pumpkins sullo sfondo di "Giovanna la pazza".

Premesse interessanti, ma purtroppo la cosa si ferma qui. Quelle appena citate sono le classiche eccezioni che mettono in risalto un disco nel complesso fin troppo composto, mai sopra le righe e intenzionalmente "molto italiano" nel senso borisiano del termine. "L'estranea" ricorda un po' troppo il De Gregori di "Generale" e perché no, pure la Nannini. "Il poeta" (fornita di un estratto della beatlesiana "Across the universe"), "Il lago", "Contro il mio sguardo" e "Il demone" non riescono a far presa, i testi non convincono sempre ("Ho lasciato qualcosa per sbaglio, l'orecchino sul tavolo / all'inizio c'è sempre qualcuno, che ti chiama per dirtelo / stasera forse esco, ti faccio sapere quando finisco / poi capisco lo sbaglio e mi riprendo l'orecchino dal tavolo di legno") e nel complesso non aggiungono nulla di nuovo a un discorso che tende a mantenersi sempre fin troppo pacato, soffocando la sezione ritmica (basso e batteria) in favore di quella melodica.

Molto meglio in quanto a carattere "Storia clandestina", una ninna nanna pepata e intrigante, e i due pezzi in apertura di album già citati sopra. A dir poco enigmatica invece "Mad Maria", curiosa parentesi dai toni biblici ideale (forse) per un musical a sfondo religioso. Insomma, a conti fatti "Lo specchio" riempie il bicchiere solo a metà. Se stessimo parlando di un esordio, sarebbe più che giusto mettere in risalto la parte mezza piena. Trattandosi però di un secondo disco, è quello che manca a colpire di più.

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La recensione Lo specchio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-10-18 00:00:00

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