Il cantautorato va a spasso per sentieri folk, jazz e bossanova, in questa ipotetica colonna sonora di teatro-realtà
Il cantautorato in qualche caso può staccarsi dalla classica concezione che ognuno di noi ha di esso, quella che lo lega interamente al racconto-canzone. Qualche volta infatti il cantastorie, oltre a tenere la chitarra sottobraccio, si trova a passeggiare per sentieri swing con virtuosismi in bilico tra il jazz, il folk e la bossanova: è il caso di “Giorni Sospesi” dei Fragil Vida.
La formazione emiliana, nata nel lontano 1997, ha realizzato questo quinto disco totalmente analogico, prestando particolare attenzione ai dettagli sonori e ai testi taglienti e pieni di sfumature fini ma percepibili. Tra “Archivio di pietra”, che affronta la difficoltà di vivere liberamente quando interviene la criminalità organizzata, e “Follia Virtuosa”, che attraversa i labirinti intricati della mente umana, una fitta rete saldata dall’incontro retrò-chic di contrabbassi, chitarre, pianoforte, sax e percussioni, pesca discorsi impegnati e divagazioni virtuose. Il delicato argomento del sociale prosegue in “Vele tese”, brano che racconta di un immigrato che lascia la propria terra natale attraversando il mare.
“Giorni sospesi” sembra un disco registrato in presa diretta durante un live suonato in piazzetta davanti a qualche spettatore assorto nell’ascolto; potrebbe anche essere la colonna sonora di una rappresentazione teatrale, una sorta di riproduzione lucida e ironica delle difficoltà che la vita qualche volta ci mette davanti. Solamente le parti vocali potrebbero essere migliorate, ma, nel groviglio emozionale che scaturisce dalla parte strumentale, e come altri gruppi ormai famosi ci insegnano (Il Teatro degli Orrori ad esempio), l’atto comunicativo è dato dal messaggio forte che diffonde.
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La recensione Giorni Sospesi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-07 00:00:00
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