Tra Scisma, CSI e Litfiba, i Diathriba realizzano un disco solido e frontale, musicalmente autorevole
È il soffio rivitalizzante di tre grandi nomi dell'alt-rock tricolore a pompare aria nei polmoni dei Diathriba e a farli sopravvivere onorevolmente per tutta la durata del loro atteso ritorno, dopo 11 anni d'ibernazione: Scisma, CSI e Litfiba. Dei primi la band modenese recupera quell'aura perimetrale di psichedelica morbidezza, dai secondi assimila gli epici concettualismi e la solennità di certe aperture orchestrali, dai terzi le cupissime suggestioni dark-impressioniste dei primissimi lavori. Di proprio Cavani & Co. ci mettono una grande dose di autoconsapevolezza e una manciata di collaudati automatismi musicali: “La realtà aumentata” suona come un disco fuori dal tempo, tutto sommato, e magari persino datato per le nuove generazioni eppure, brano dopo brano, s'impone solido, frontale e musicalmente autorevole.
Se “Bonsaikitten” e “Verità o Deserti” aggiungono solo un po' di glucosio alla crepuscolare teatralità del “17 Re” litfibiano, per riverberarne l'evocativo magnetismo, “Libellule” e “Camere Separate” palesano stima e ammirazione per Benvegnù & Soci, mentre “Etere” sembra scenografata dal triumvirato Maroccolo/Canali/Magnelli. E se proprio volessimo trovare nei Diathriba un seppur minimo aggancio alla contemporaneità musicale potremmo scomodare i C.F.F. e Il Nomade Venerabile, per analoga sensibilità e trasversalità artistica. Rimane il solo rammarico per gli undici anni di latitanza che, forse, avrebbero potuto partorire altre piccole prodezze musicali come questa.
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La recensione La realtà aumentata di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-23 00:00:00
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