"Ossidrile" è un disco fatto in modo semplice. Chitarra, voce e qualche fiato sparso qua e là. Ciò che ne deriva, è facile immaginarlo. Cantautorato essenziale e con pochi fronzoli, che gioca su testi e linee vocali per accattivarsi attenzione e interesse dell'ascoltatore. Volendo dare qualche punto di riferimento, si può iniziare da Caso, con cui Renzo Picchi, questo il nome dietro Nel Dubbio, condivide approccio e parte dell'impostazione dei brani (si prenda "Amichevole" e la si confronti con "Prova di Durezza Brinelli" di Caso). La voce, poi, rimanda al cantato finto-stentoreo dei Camillas. L'unione di questi elementi, con l'aggiunta già citata dei fiati, dà vita a un album che, pur non contenendo alcun elemento di chiara originalità, riesce a imporsi nell'ascolto. I ritornelli funzionano e in più ci sono trovate laterali ("Domus", cantata in latino) e frammenti che fanno sussultare durante l'ascolto. Fin qui, i pro.
Il contro, fondamentalmente è uno solo. Se dati gli elementi iniziali, era facile immaginarsi un disco di cantautorato ridotto all'osso, più difficile sarebbe stato pronosticare un lavoro lungo ventidue tracce. D'accordo, in media durano intorno ai due minuti e la durata totale è sotto i cinquanta minuti, ma non so se avete mai provato ad ascoltare oltre venti tracce pressoché simili, con poche variazioni sullo stesso tema. Se ne esce sfiancati. Ascoltare il disco è un po' come mangiare ventidue caramelle: a un certo punto si decide di dire basta e di smettere. Se fosse stata presa una decisione diversa in termini di scaletta, la recensione si sarebbe conclusa un bel po' di righe fa con la presa d'atto che c'è in giro un nome nuovo da spingere. Al momento, invece, c'è un cantautore interessante con evidenti problemi di progettualità. E tutto il tempo per rimediare.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.