Molte volte chi ha il compito di recensire dischi italiani si trova di fronte a opere che arrivano già vecchie sulla sua scrivania. Prendiamo ad esempio il disco d’esordio dei napoletani Missselfdestrrruction, pubblicato recentemente da Snowdonia, ma le cui registrazioni datano al marzo 2000. A parte il fatto che a quest’ora il gruppo potrebbe essersi già sciolto o aver cambiato dieci generi (e quindi una recensione è comunque superata dagli eventi), se pensiamo che la registrazione è avvenuta un anno e mezzo fa si può retrodatare la composizione del materiale di almeno un altro anno e mezzo e l’ispirazione di almeno un altro anno. E poi ci si chiede come mai in Italia si fatichi a trovare musica originale. A conferma della ragionevolezza del conteggio le sonorità di questo disco si rifanno pesantemente al noise di fine anni 90 e più in generale ai santi protettori di tutti gli alternativi italiani, ovvero i Sonic Youth che avranno anche fatto la storia del rock, ma che io, a forza di incappare in epigoni italiani, me li sento già ‘salire per una braga’ (scusate l’espressione dialettale).
In definitiva però non me la sento di stroncare questi Missselfdestrrruction come mi stavo preparando a fare. Innanzi tutto perché le loro fonti sono abbastanza varie, per quanto facilmente riconoscibili: i Jesus Lizard in “Cingolato”, i Blonde Redhead in “Post-femme”, gli Uzeda in “Maddalena: la distanza”, gli You Fantastic! in “Biancaneve”. In secondo luogo ci sono alcuni episodi di questo cd che sono veramente notevoli: “Interferenza da traliccio”, ad esempio, con il suo cantato annoiato e il suo fruscio rumoroso, ma discreto; oppure “Maurosimao” che cerca di tracciare un parallelo tra la tarantella e la musica giapponese e il jazz; o “Nuvoloso” dove emergono pruriti elettronici, una chitarra acustica, una tromba, una viola e quant’altro.
Insomma, si tratta pur sempre di un buon esordio, sempre a patto che lo si consideri un disco di apprendistato, un punto di partenza, un modo per fare il punto della situazione, tirare le fila di un genere per poi proporne una visione personale. Guai se questo fosse un punto d’arrivo.
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La recensione Asimmetrica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-01-08 00:00:00
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