Umberto Marconi, il solista che si nasconde dietro il nome The Sand, ci fa pensare, dalla prima traccia, che stiamo ascoltando un album dei Joy Division, tra i suoi gruppi preferiti, ma ci porta alla mente anche gli Editors. Sarà un po' per la voce profonda del cantato, un po' per quelle sonorità new wave che a tratti diventano un '80s, un po' per l'atmosfera cupa che si crea, un po' per il testo pessimistico ("No time for redemption, forever they'll hunt you"). Il risultato non è male. Le atmosfere new wave sembrano perdersi un po' con "America", la seconda traccia, che è più luminosa, con due voci che si alternano e si intrecciano a cantare il lato brutto del continente a stelle e strisce (is your brilliant sky falling on us?"). La terza traccia è strumentale: parte cupa, tornano suoni dark, poi arriva lo xilofono con una melodia inquietante e un senso di incompiutezza mistica. Un lavoro decisamente coerente all'immaginario che ama, a spanne posizionato una quindicina di anni fa. Può piacere ai nostalgici.
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La recensione Frontiers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-02 00:00:00
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