Stefano Mordenti, in arte MOR, se la suona e se la canta, senza tirarsela affatto (cosa che, con i tempi che corrono, è un gran sollievo). L'ex cantante di Bem e Morpin, nell'omonimo disco d'esordio, si lancia in uno scanzonato monologo interiore che ha come fulcro il terreno accidentato dell'amore, da cui si srotolano, con una poco velata e malinconica autoironia, svariate tematiche personali e intimistiche.
Gli otto pezzi che compongono l'album, che vanta numerose collaborazioni tra cui, su tutti, la batteria di Pino Fidanza dei Litfiba, sono di stampo principalmente pop/rock, e ricordano confusamente un primo Alex Britti e i Litfiba più soft. Mordenti non è un virtuoso, non è il nuovo Fabrizio De André, ma non finge sicuramente di esserlo: si limita, con un'insolita ironia e qualche stonatura, a introdurci nell'universale di amori finiti, malinconie, speranze e gelosie che si avverte dai titoli dei pezzi ("E' troppo tardi ormai", "Innamorarmi ancora").
A Stefano il mordente, neanche a farlo apposta, di sicuro non manca, e se l'esordio non è un capolavoro da collezione, rientra comunque in quegli album poco pretenziosi e di piacevole ascolto che ultimamente, purtroppo, sono cosa rara.
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La recensione MOR - Stefano Mordenti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-01 00:00:00
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