Olden [Umbria] Olden (Daruma Records) 2011 - Rock, Pop

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Olden è un disco di formazione, acerbo. L’artista promette una maturazione tangibile. Olden, infatti, ha la possibilità di crescere. Holden non più.

"Olden" è un disco di formazione, proprio come un romanzo in cui il protagonista matura, si tempra, evolve e acquisisce consapevolezza. In questo caso, attraverso le canzoni. Un percorso che porta il nostro cantautore a scontrarsi inevitabilmente con la realtà: i sogni, le ambizioni, le aspettative e infine i propri limiti. A confrontarsi con miti, “mostri”, colleghi e con il pubblico, fronteggiando ansie e paure. È una probabile, seppur parziale, sconfitta, quella che si prospetta per Olden, dovuta a dei brani non troppo convincenti. È un disco lungo, lento, di cantautorato e brit-pop.

Come in un’ipotetica opera di Peter Blake, Olden ritaglia, incolla, colora e scarabocchia i poster di tutti i suoi eroi; il timbro e le ballate del primo Bowie, il folk intimo e straziante di Drake e l’estrapolazione pedissequa e non troppo ragionata dall’archivio beatlesiano, non riverberano nel collage un risultato felice. Strofe modeste, ritornelli piacevoli ma mai trascinanti e avvolgenti, per tracce che nella loro completezza soffrono di eccessiva ripetitività e pesantezza.

Nemmeno il respiro british anni ‘90 carpito dai più “moderni” The Verve, e dai Travis, viene restituito con la giusta quantità di grazia e bellezza. È un esordio opaco. Undici brani potenzialmente canticchiabili, ma non nitidi e tersi da poter essere poi realmente intonati. Ed è un peccato proprio perché alcuni passaggi riescono a risplendere. “Once Again” ad esempio, gode di un notevole fervore, seppur davvero influenzato (come il resto della produzione, d’altronde) dai due James più celebri ed emulati d’Inghilterra, Blunt e Morrison.

“Jim and Jane” invece, sembra rielaborare il valzer di “Being for the Benefit of Mr. Kite!”, dei già citati scarafaggi, mentre la successiva “I’m Coming Home”, è figlia di brani disarmanti in quanto a bellezza, come “Sonnet”, dell’oramai scomparsa band di Richard Ashcroft.

Olden è ancora acerbo, ma promette una maturazione tangibile, effettiva. È un autore/musicista che può concretizzare al meglio il proprio cammino, indagandosi e cercando di comprendere il proprio lavoro e il proprio io/artista. Olden, infatti, ha la possibilità di crescere. Holden, come sappiamo, ha scelto di non farlo.

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La recensione Olden (Daruma Records) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-21 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • olden78 12 anni fa Rispondi

    Grazie Gilletti! p.s. rettifico: l'analisi del disco si ferma a "coming home", giusto per la precisione...ma va bene lo stesso, ALL WE NEED IS LOVE!

  • gilletti 12 anni fa Rispondi

    album fantastico, ogni canzone una sorpresa ...

  • olden78 12 anni fa Rispondi

    Grazie feedbaknoise! per quanto riguarda la recensione...speriamo di crescere...chissa´ se ce la facciamo! :)

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    ottima recensione esaustiva di S. Galal , Olden ha stoffa - 8

  • olden78 12 anni fa Rispondi

    Grazie per la recensione! Spero che comunque la redazione abbia avuto a disposizione tutti i pezzi visto che l'analisi del disco si ferma a "jim and jane"...non vorremmo si trattasse di un problema tecnico, grazie :)