Sai che c'è? C'è che Mama Marjas è una con due palle così.
L'ho pensato la prima volta che l'ho vista su un palco, qualche anno fa, e poi di nuovo ascoltando "B – Lady", l'esordio datato 2009. Sarà che viene dalla Puglia, il tacco dello Stivale, quella zona artisticamente collocata a metà fra l'Italia e la Jamaica. Un punto strategico assoluto, la terra di Sud Sound System e Boom Da Bash, giusto per citare i soliti noti. Una fucina di artisti con uno stile ormai inconfondibile, costruito con consapevolezza globale e orgoglio locale. Cioè, per semplificare le cose si potrebbe schematizzare il tutto con una proporzione tipo "Lino Banfi sta a Marcus Garvey come le castagnole stanno al jerk chicken". Capito, no? È che in Jamaica manca il "Fattore P" che invece c'è nel DNA pugliese, quello che toglierebbe un po' di slackness a Lady Saw e farebbe prendere le cose in maniera più easy a Queen Ifrica. Quello che ha Mama Marjas, insomma: orgoglio femminile, identità 100% meridional, coscienza sociale, un sound internazionale e una voce calda, potente, corposa e capace di adattarsi a un'ampia gamma di stili e linguaggi. Poi però, alla fine di tutto, "sciamu a ballare", che oggi c'è il sole.
"90", il nuovo album prodotto dal veterano Don Ciccio, parte in perfetta tradizione new roots, con "Africa" che scopre il lato più melodico e conscious dell'artista barese. Bello. Soprattutto considerando l'inversione di tendenza rispetto alla Jamaica, che invece è arrivata al culmine del processo di scimmiottamento di suoni e comportamenti americani. Marjas spacca, tanto in inglese e patois che in italiano e dialetto (ascoltate "Allarme"), e per quanto riguarda lo stile vocale manda a casa sia con la linea più soulful ("For the Babies" è un bel pezzaccio soul moderno) che con quella più marcatamente ragga. "90", il titolo non mente, è un omaggio all'attitudine anni Novanta. Il richiamo all'ultimo decennio del Ventesimo Secolo non è solo nello stile grafico della cover (ARGH!), ma anche nell'approccio sonoro, che mischia il ragga con l'hip hop (ottima "Soul Combination" con Dj Lugi) e con l'R'n'B dal sapore nineties ("I Need a Man").
E va così fino alle ultime tre tracce, dove l'atmosfera tenuta nella prima parte del disco si modifica, e dalle sonorità jamaicane ci si sposta verso quelle di Trinidad e Tobago, con una serie di ritmi soca (bene "Sexy Love" con Neffa e "Learn How to Dance", abbastanza scontata ma più funzionale per l'orecchio italico "Negritude"). La chiusura non toglie comunque coerenza all'album, che conferma in definitivamente il verdetto: Mama Marjas è sempre una con due palle così.
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La recensione 90 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-07-12 00:00:00
COMMENTI (7)
non mi piace il reggae ma la ragazza ha - evidentemente - chili di attitudine da vendere.
Anch'io voto per "la peggior copertina di sempre"
lei spacca propio musica di qualità come questa dovrebbe essere prodotta
Veramente un'album straordinario, ti cattura già dal primo brano! Questa è la musica che dovrebbe essere messa in Primascelta!
copertina of the year!!!
Ottima reggae musica, che voce :)
Cosa
Ma perchè?