The Doggs. Quella doppia "g" nel nome la dice lunga: è un omaggio - consapevole o no? - a lui, Mr. Iggy Pop. L'Iguana, appunto: la puoi sentire strisciare lungo il labirinto ipnotico e rock'n'roll di "Black Love", eco distorta e infuocata di un'era che non c'è più, ma ancora pulsa nel cuore di questi tre milanesi dal fegato marcio e dalle corde vocali calde al punto giusto.
Di loro stessi dicono "suoniamo per sopravvivere". "Black Love" è il secondo Ep, seguito dell'omonimo esordio dato alle stampe nel 2009. Alla chitarra Riccardo Bertin ha sostituito Christian Celsi, ma la potenza di fuoco è rimasta la stessa. La voce e il basso sempre più "sick" di Marco Mezzadri e le pelli percosse da Grazia Mele sono esplosioni graffianti che non lasciano scampo. Le canzoni si appiccicano addosso come l'aria pesante di un localaccio di periferia.
I Doggs parlano d'amore, di morte, di sesso e di violenza, usando sempre lo stesso linguaggio tagliente. Registrato magistralmente, "Black Love" è un marsh mallow avvelenato. Tenetelo lontano dalla portata dei bambini e concedetegli un ascolto, potrebbero essere i migliori venti minuti della vostra settimana.
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