Mio padre ascoltava musica classica. Io no. Da bambino mi limitavo a maneggiare affascinato i suoi vinili, sempre puliti, perfetti, come nuovi. Ricordo ancora il primo 33 giri acquistato in un ipermercato, non avevo nemmeno dieci anni e infilavo nel carrello della spesa "Dirty Deeds Done Dirt Chips" degli AC / DC, attratto dalla copertina. E da lì ho preso il vizio, con una crescente passione per la black music: prima Wu-Tang Clan, e poi AParliament, Isaac Hayes, fino ad Africa 70, Sonny Okosun e Tony Allen. Sugli scaffali di casa, i vinili immacolati di mio padre lasciavano posto ai miei, sporchi, impolverati, sempre su e giù dai giradischi, vivi. Non abbiamo mai nemmeno parlato di musica, io e mio padre. A dire il vero non abbiamo mai parlato troppo neanche di tutto il resto. Ci pareva di essere su due mondi diversi. Forse a entrambi sfuggiva la definizione che Fela Kuti, The Black President, dava di quel suono così vicini a me e tanto lontani da lui: "Musica classica africana moderna".
L'essenza della definizione, invece, non è sfuggita al percussionista romagnolo Marco Zanotti, che ha deciso di interpretarla alla lettera: un ensemble di 11 elementi, suona con una strumentazione da camera il repertorio dell'indimenticabile musicista africano, e rilegge la storia dell'afrobeat con violino, clavicembalo e compagnia bella. Il frutto di questa relazione morbosa è "Shrine On You", una piccola meraviglia. L'alchimia che si genera fra il funk nigeriano e gli strumenti della Classica Orchestra Afrobeat è straordinaria, e si crea un'atmosfera elegante ma carica di energia, estro e creatività. In più, a fare da padrini al progetto e a istituzionalizzare la valenza del lavoro di Zanotti e soci, ci sono Seun Kuti, il talentuoso figlio di Fela, e Oghene Kologbo, già chitarrista negli Africa 70: il primo si cimenta con il leggendario inno antimilitarista "Zombie", il secondo con "Mr Follow Follow" e "Water No Get Enemy".
"Shrine On You" è una perla nata nella provincia di questa Italia che ogni tanto riesce ancora a sorprenderci con dei lavori belli, intelligenti e dal respiro internazionale. Io, nel mio piccolo, ne ho acquistate due copie: una per me e una per mio padre.
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La recensione Shrine On You di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-01 00:00:00
COMMENTI (1)
bravi
guardiamoci altrove ogni tanto
cataloghi souljazz e vampisoul sono mondi immensi da recuperare
f.