Barmagrande Cume son 1999 - Reggae

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Ok, ok, niente paura: non citerò il ‘santone’, Bob Marley. E’ un riferimento troppo semplice, scontato, e forse eccessivo per i Barmagrande, gruppo reggae sorto in quel di Ventimiglia che pur si comporta assai bene nel disco inviatomi.

Non manca nulla, in quanto a tecnica, alla compagine in questione: l’esecuzione dei loro tredici pezzi (!), in strettissimo dialetto genovese (credo!), rientra nello scenario reggae a tutti gli effetti. Le regole sono rispettate, a pieno; i canoni mai violati, ed il reggae, lo sappiamo, è qualcosa di molto, molto preciso e complesso da realizzare.

Il problema è decisamente un altro: l’originalità.

Ok, potrete anche controbattermi che, certo, nel reggae non sia così facile trovarla questa originalità, però bisogna comunque tentare, ed i Barmagrande, sporadici tentativi a parte (si ascolti “Nostalgia di un girotondo” oppure “Mujica sciure e bon adù”) non è che ci riescano poi molto.

E’ uno di quei dischi, “Cume son”, che lo lasci volentieri in sottofondo mentre leggi un libro o ti rilassi un po’, tirando su l’orecchio di tanto intanto per indagare su quella melodia azzeccata che fugge dallo “standard-reggae” o per quella frase in dialetto che non intuisci neanche cosa diavolo significhi (niente paura però: i nostri ci forniscono relative traduzioni nel booklet!). Ottimi i fiati e le percussioni, elementi d’altronde imprescindibili per la buona riuscita di un lavoro di questo tipo.

Sostanzialmente, e per concludere, un album che staziona qualitativamente ad ottimi livelli ma che non lascia il segno entro il contesto musicale che propone, ponendo radici entro schemi stra-sentiti, dai quali, forse, evade solamente per alcuni spunti interessanti e per un cantato in dialetto che forse,
però, a lungo andare potrebbe, da asso nella manica, divenire spina nel fianco nonché fattore limitante per i Barmagrande.

Ad ogni modo, mi sento veramente di spingerli a continuare a comporre pezzi magari più ‘frizzanti’ ed originali, ma con la medesima carica e motivazione che ho riscontrato nelle tredici tracce.

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La recensione Cume son di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-01-18 00:00:00

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