Unmade Bed
Mornaite Muntide 2011 -

Mornaite Muntide

Gli Unmade Bed lo scrivono chiaro sul libretto del loro secondo lavoro, "Mornaite Muntide": "ascoltare con le cuffie, meglio se auricolari in-ear, ideale a occhi chiusi". E in effetti non hanno torto, perché grazie alla registrazione binaurale emergono dettagli che si rischia di perdere nella distanza siderale tra stereo e orecchie. Loro la chiamano musica tridimensionale, e d'altronde un 3D al giorno d'oggi non si nega proprio a nessuno. Solo che gli Unmade Bed non sono James Cameron e difficilmente "Mornaite Muntide" farà saltare le persone sulla sedia come pop corn in fase di cottura.

Qui infatti l'incedere è sonnolento e l'atmosfera è affascinante per tutta la durata del cd, con la band che produce ninne nanne che sembrano augurare incubi anziché sogni d'oro. "The Death At Twilight Of 25 Shattering Pieces Of Sharpring Thin Ice" è l'inizio dei giochi, con un'orchestra psichedelica che riscalda gli strumenti limitandosi a suggerire melodie soffuse e ovattate, lasciando all'ascoltatore il compito di completare col proprio stato d'animo il disegno qui appena abbozzato e pienamente realizzato con la seguente "Luna (And The Great Parade Of Creatures Tiptoeing Around The Scarecrow)": batteria annegata di riverberi, voci stridule come quelle di un gruppo di bambini pronti a compiere una diabolica marachella, organi che sembrano annunciare un giudizio universale in anticipo sulla tabella di marcia.

Brani e musicisti si fondono e si confondono, come in una jam session suonata sul lato oscuro della luna, ascoltando il respiro del cosmo e le carezze delle stelle cadenti. Syd Barrett avrebbe amato questo album.

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