Quella di "Solitari Blu" è una psichedelia filiforme, intuitiva e passionale, incerta a tratti, che parte dal cuore per poi salire su, a ramificarsi sugli squarci della sei corde, sulle tormentate pulsazioni del basso, sulle scorbutiche contrazioni della batteria, fino a saturare la voce monocromatica di Guido Melis.
E' un disco sofferto questo terzo della band fiorentina, che nasce da un imprevisto, quanto doloroso, cortocircuito di schemi (la defezione improvvisa del cantante/chitarrista storico Matteo Urro) ma che tuttavia, strada facendo, non si lascia (s)travolgere del tutto dai comprensibili sbandamenti.
L'innesto di un nuovo chitarrista, poco tecnico ma d'evocativa funzionalità, e alcuni provvidenziali ricami di viola, violino, violoncello e sax, spostano il baricentro melodico della band verso derive più crepuscolari e malinconiche, smorzando, sì, gli slanci più abrasivi delle precedenti produzioni ma regalando al contempo disimpegni alt-rock di raffinato respiro ("Solitari Blu", "Nell'aria", "Cenere", "Solo Un Altro Sogno") sapientemente coordinati dal compianto Ernesto De Pascale alla produzione artistica.
Un disco che alla fine, pur perdendo tensione sulle trame vocali - troppo sottomesse agli accordi – e sulle prospettive liriche – tematicamente monocellulari – resta comunque il migliore dei tentativi possibili per una rifondazione artistica ed emotiva della band.
---
La recensione Solitari blu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-05 00:00:00
COMMENTI