Un riuscito tributo al passato finisce per consumarsi in un vuoto ed anonimo nostalgico esercizio di stile
"Brucio" dei Vote for Saki, duo chitarra batteria, è un disco che sa dichiaratamente di passato, quello glorioso in cui il rock muoveva i suoi primi passi, in cui si registrava e non si sovrapponevano tracce, quando la melodia incontrava con sorpresa le chitarre elettrificate, dalle cui corde ancora echeggiavano ritmi blues. Niente di male nel guardare al passato, del resto il vintage è di moda. Va detto però che proporre un sound italiano alla Led Zeppelin è quanto meno azzardato.
Ai Vote for Saki l’azzardo riesce in parte. A voler guardare il famoso bicchiere mezzo pieno, dobbiamo sottolineare che gli arrangiamenti sembrano ben fatti e l’attitudine musicale risulta convincente. A partire dal pezzo che dà il titolo all’album e passando in rassegna le altre tracce (soprattutto nella prima metà) il duo dimostra padronanza del genere e genuina passione rock and roll.
L'album risulta però carente quando si tratta di andare a cercare un po' di originalità. Le canzoni suonano vuote, a causa innanzitutto di testi che sono poco più che produzioni post-adolescenziali (“tu mi dici rispetto/ io penso di portarti a letto / un pensierino soprattutto ce lo faccio sai / tutte quelle con le tette mi eccitano“); per questo, anche i momenti più riusciti a livello musicale - “Sono un animale”, “Anima grigia” fino all’emblematico non testo di “Semmeu” - non riescono a rimanere impressi. Se l'obiettivo sembra essere l’immediatezza e la ruvidità dell’istantaneo, il risultato è privo di personalità e, nella parte parte finale, il disco risulta davvero noioso - forse perché troppo lungo, le tracce sono sedici.
Insomma, per aspirare ad essere più di una buona tribute-band bisogna forse dare consistenza con immagini e racconti a quei fondamentali del rock a cui in fondo siamo tutti legati.
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La recensione Brucio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-06 00:00:00
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