Rieccoli qua. Ve l'avevo detto, no? I Diva proseguono nella loro strategia "un singolo per stagione", come d'antan, e sfoderano un singolone estivo che più non si può. Lato B, "Autostop", cover della benemerita Patty Pravo, dal maledetto e tossico "Munich Album" (1979); lato A, "Il paradiso su Retequattro", autentico capolavoro che mesce sapientemente i New Order disco-oriented, citazioni chitarristiche dai Cure di "A Forest" e dai Lotus Eaters di "The First Picture of You", claps italo-disco e grande airplay. Il tutto al servizio di un testo che non è altro che la prosecuzione con altri mezzi di "Pablito Mon Amour", romanzo d'esordio del cantante della band, Davide Golin.
Se nel romanzo si mostrava l'epopea che ha pervertito l'Italia nella decade 1977-1987, qui il discorso si sovrappone, partendo dal ricordo della competizione canoro-televisiva "Azzurro", in onda dal 6 maggio 1983 dal Teatro Petruzzelli di Bari e giungendo in una serie di flash fino al 30 aprile 1993, data della contestazione con lancio di monetine al leader socialista Bettino Craxi, incarnazione del marcio istituzionale rivelato da Tangentopoli. Il protagonista della canzone, alter ego di Golin, si divide tra ricordo della propria non omologazione né all'entusiasmo nazionale per gli anni di plastica ("Tu dici "Joe Le Taxi", io Bettino Craxi") né all'opposizione veterocomunista ad esso ("Se sapevo che uscivi con un cantautore con la chitarra che al terzo disco si fa crescere la barba…") e nostalgia per un'epoca, che, seppure marcia, lo era forse meno di questa (ad esempio, i socialisti non avevano il disprezzo per la cultura proprio dei Berluscones). Al tempo stesso, qualificando la contestazione a Craxi davanti all'Hotel Raphael di Roma come "fiction riformista", i Diva esprimono la propria amarezza per i cambiamenti che in questo disgraziato Paese sono sempre e solo gattopardeschi.
In realtà, "Il paradiso su Retequattro" ci parla di oggi, il nostro tempo peggiore, e del rischio che a questo schifo ne succeda uno ancora peggiore. Il retro, "Autostop", con la sua storia di una donna libera che, con un piano ben preciso in mente, dà un passaggio ad un autostoppista e con il suo impianto disco rock mid-time, in cui si inserisce un solo di tromba che fa tanto colonna sonora di Piero Umiliani o Armando Trovajoli, indica chiaramente per quale epoca e quali suoi aspetti batte il cuore dei Diva. L'ho scritto, lo ripeto: capolavoro.
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La recensione Il paradiso su Retequattro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-07-25 00:00:00
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