È inutile ascoltare questo disco senza conoscere il concept che vi si nasconde. Dietro l'elettronica scura di A.S. Hereb c'è un progetto: quello di narrare attraverso la musica la ricerca della pietra filosofale da parte dell'alchimista. Non a caso le tracce hanno nomi che ricordano gli ingredienti di un magico intruglio.
La prima traccia, "Caput Corvi", è molto cupa e rappresenta lo smarrimento iniziale. Ci porta alla mente atmosfere da film fantasy. Segue la breve "Cauda Pavonis", meno cupa, in quanto simboleggia il momento in cui si inizia a intravedere la luce nella ricerca e si decide quindi di continuare. Non c'è un vero loop in questa traccia, poiché si tratta di uno stadio ancora caratterizzato dallo smarrimento. Note di pianoforte si ripetono invece in "Lux Cycni", in cui finalmente l'alchimista ha raggiunto il suo obiettivo e lievita verso l'estasi. In "Ovum Phoenicis" ritornano atmosfere più cupe, ma la traccia è più piena rispetto a quella iniziale, come se l'alchimista fosse tornato allo stato iniziale, ma con in più l'esperienza del cammino appena compiuto alle spalle ad arricchirlo.
Si tratta di un disco interessante, un curioso esperimento, con suoni che invitano ad una riflessione sull'io che cerca un cambiamento. Vista la durata breve, non richiede troppo tempo per soddisfare la curiosità con un meritato ascolto.
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La recensione V.I.T.R.I.O.L. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-10-20 00:00:00
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