Un po’ giocano a fare i dEUS. un po’ si illudono che la semplicità onirica dei Mercury Rev sia cosa facile a riprodursi . Un po’ si assopiscono dietro a tutte quelle stronzate NAM fortunatamente sempre meno alla moda ... Così scorre via questo secondo lungo demo ep dei romani Blumenberg 67, con 6 canzoni curate, ben arrangiate, di certo ragionate e poi provate e riprovate. E se, rispetto allo scorso demo, c’è stata una crescita a livello compositivo e ‘strutturale’, quello che si è andato un po’ perdendo è l’immediatezza, la ‘presa’, il ‘gancio’. Melodie soffici, inquiete. Come già detto ricamate con dovizia, come tovaglie bianche all’uncinetto a cui manca però ‘quel tocco’ che le renda uniche (e magiche). Lo stesso si può dire dei testi, generalmente sommessi e (pressoché) monotoni. Come messi volutamente in secondo piano per lasciare spazio e concentrazione alle/sulle musiche. Resta giusto qualche buono spunto, tipo “se ti chiedessi di abolire la realtà mi seguiresti ? mi interessa il tuo parere…” (in ‘L’eredità’ ). Peccato. Probabilmente avrebbero fatto la differenza. Così invece, all’intero lavoro, manca Quel guizzo memorabile, quel graffio esatto ed elegante del gatto di razza che artiglia. E fa sanguinare il cuore. E fa innamorare. Perdutamente.
(sia chiaro: assolutamente d’obbligo continuare)
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-02-04 00:00:00
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