Quando nel marzo 2010 trovai in bella evidenza sulla home di Rockit il free download di un signor nessuno come Vincenzo Fasano pensai subito ad uno scherzo o, tutt'al più, ad una boutade organizzata da qualche musicista in libera uscita dalla sua band. Tutt'altro in realta': la musica di Fasano non era l'invenzione goliardica del mattacchione di turno e neppure un argomento da trattare con leggerezza.
Quei primi vagiti, ripresi poi per 4/5 su "Il sangue", erano splendidi affreschi che ridavano nuova forma e tantissima sostanza all'idea di cantautore a cui da tempo siamo abituati. Fasano, sia chiaro, non rivoluziona il genere in alcun modo, anzi é piuttosto conformista, in primis sul versante degli arrangiamenti; però, ed é l'aspetto più importante, si mette completamente in gioco, raccontando la vita in 10 istantanee che lasciano quasi sempre senza fiato.
Vince la sfida rispetto a molti altri colleghi perché interpreta ogni singolo brano mettendoci quel pathos che manca a tantissimi cantautori presenti oggi sulla scena musicale. Il risultato può quindi dividere nettamente gli ascoltatori: o ammiratori incalliti, conquistati senza alcuna remora, oppure facce schifate dopo i primi vocalizzi.
Un po' come successe all'epoca dell'esordio di Vasco Brondi, con una (tutt'altro che sottile) differenza: Fasano pesca a piene mani dalla tradizione cantautorale, mentre Le Luci della Centrale Elettrica ne sconvolge i canoni.
Ne "Il sangue", ad esempio, sarà più facile trovare le pulsioni del primo Cesare Basile de "La pelle" (dalla traccia che dà il titolo all'album fino a "Non ritiro quel che ho detto", passando per "Ucciderei per non combattere") che rimandi ai CCCP; così come é più probabile che ci sentiate echi del Capossela del periodo di "Modì" ("Paiettes", "Se fossi in me") piuttosto che soluzioni sulla scia di Rino Gaetano. E si potrebbe continuare all'infinito, citando Endrigo, Ciampi, Tenco e tutta quella schiera di nomi che con Vincenzo condividono un mood impregnato di malinconia.
Conclusa l'esperienza di ascolto, la sensazione è che rimangono, indelebili, queste 10 tracce a svelare l'universo di Vincenzo Fasano e la sua grande qualità nel raccontare il quotidiano - che pian piano diventa un tutt'uno col nostro quotidiano - attraverso sfaccettature inedite. L'invito, anche se a questo punto è pura retorica, è che ne facciate tesoro quanto prima per aggiungere un altro piccolo tassello di poesia alla vostra esistenza.
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