Addamanera Un uomo che si pensava quell'altro 2011 - Sperimentale, Progressive, Folk

Un uomo che si pensava quell'altro precedente precedente

Canzoni scritte con la pergamena carbone; Battiato, Mariposa, i fratelli Grimm e Rodari nell'assurdo pentolone Addamanera. Un ampolloso banchetto.

“La famosa etichetta Trovarobato” è lieta di presentarvi: “Un uomo che si pensava quell’altro”. Un disco realizzato nel 2007, ma mai pubblicato a causa dello scioglimento della band e reso oggi disponibile in free download. Tornando all'album, il consiglio è: non fate domande e non chiedete loro indicazioni, perché non vi saranno date risposte. Gli Addamanera sono persi per sempre fra le strutture del progressive. Smarriti alla ricerca di un filo conduttore fra le fiabe dei Fratelli Grimm e la poetica di Rodari. Interferenze psichedeliche disturbano l’evidente contatto avvenuto fra la band di Messina e i gli amici Mariposa.

Udiamo stacchi strumentali di stampo anni ’70, (vedi PFM) e gli andamenti “svarionati” di Captain Beefheart. C’è pure Kevin Ayers nell’assurdo pentolone degli Addamanera, di cui riusciamo a percepirne la varietà d’ingredienti.

Il resto è tutta farina del loro sacco? Direi proprio di no. Battiato, infatti, figura onnipresente nel corso dei 10 brani. Nelle sonorità, nelle atmosfere, nelle intuizioni qui riproposte, nel cantato-recitato. Omaggi e citazioni. Canzoni scritte con la pergamena carbone, insomma. Inoltre, visto che le voci ad alternarsi sono due, maschile e femminile, sembra proprio di risentire i duetti del maestro siciliano con Alice.

Citazionisti e naif. Signorili e popolari. Melodie complesse, ma orecchiabili. Arrangiamenti laboriosi di folk tradizionale. Risultato: perdita di identità, paradossalmente. Tra gli ospiti presenti al banchetto, anche Enrico Gabrielli, con interventi sempre ispirati, soprattutto ne “Il grillo”. Un disco complesso, che va più volte ascoltato per riuscire a risultare completamente nitido. L’impresa non è facile. Ci sono tantissimi elementi da mettere a fuoco e sarete spesso presi dalla voglia irrefrenabile di skippare alla traccia successiva. Potrei azzardare, trovando un corrispettivo pittorico nei dipinti della scuola Fiamminga del ‘400. Come le gite delle scuole elementari, che sì, sono sempre interessanti, ma sai che bello giocare quando fuori c’è un gran sole?

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La recensione Un uomo che si pensava quell'altro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-24 00:00:00

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