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Se fosse uscito 40 anni fa, perfino una rivista come Muzak, di controcultura, di sperimentazione e creatività, si sarebbe rifiutata di dedicare un trafiletto ad un EP come questo. Perché? Semplice. E' come se non fosse mai stato registrato. Mi spiego: non aggiunge una virgola a ciò che si è fatto precedentemente in materia. Strumentale, d'accordo. "Carino!". Mai aggettivo più irritante fu impiegato per descrivere il prodotto di un artista! Un solista. Compositore e polistrumentista. Gran figata, dite voi. Affatto.
Michele Sarti, alias Nick Rivera, accompagnato da una squadra di musici di professione, ci propone quattro brani che hanno vita breve, tanta quanta ne avrebbero dei petali travolti dalla furia di un tornado. L'accostamento ai petali però, è da intendersi in maniera elogiativa. Petali ipotetici, forse un giorno bellissimi, ma di un fiore non ancora sbocciato. Per il momento quattro semi non identificati. Il sound infatti, è "educatamente" calibrato: dalle percussioni alle sezioni di fiati, fino agli arpeggi di chitarra che ben si amalgamano agli inserti elettronici. "Butter in my head" inoltre, è una riuscita "suite" dal carattere tragicomico, ma, in totale, il progetto rimane fin troppo ambizioso per poterci consegnare solo atmosfere piacevoli, gradevoli. Non è eclettismo. Non è minimalismo. Non è né acustica, né folk. Sì, rientra nella lounge, ma è un'etichetta di comodo, "applicata" per rendere questa recensione più chiara. Non eccelle e non si eleva. Inevitabilmente easy listening, questo è il problema.
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La recensione Happy song is a happy song di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-15 00:00:00
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