L'ho ascoltato e riascoltato il "Regent's Park" dei Penny Press e ancora non riesco a capire se mi piace o no. Il problema è che se mi piace è perché mi assomiglia a qualcosa che amo e che se non mi piace è per lo stesso identico motivo. Infatti i Penny Press mi hanno fatto tornare la voglia di ascoltare Dente, Le Luci della Centrale Elettrica e i primi Baustelle e non so se questo sia un bene per loro. Credo che il loro unico problema sia stato essere arrivati dopo qualcuno che ha fatto le cose meglio, tutto qui.
I testi sono poetici e ficcanti, ma è come se mancasse quella stonatura personale che mi fa credere che faranno strada. L'uso poi della doppia voce maschile e femminile, sentita e risentita, sarebbe assolutamente da evitare visto la timbrica da scolaretta di Mara Cefalo, che invece di esaltare alcuni passaggi poetici, li imbruttisce all'inverosimile. Insomma ci vuole personalità, ce lo insegnano Rachele Bastreghi e Alessandra Contini.
L'uso del synth? Anche questo già sentito, pure troppo, visto che è dai primi Baustelle che non riusciamo a levarcelo di torno. Vero è che se prendi come punto di partenza una certa musica cantautorale degli anni '60, poi là vai a finire. Ma la differenza tra un artista e un Artista sta proprio in questo, partire da una punto e andare a finire dove gli altri non si aspettino che tu vada. Qua sinceramente manca quello che io chiamo il timbro di fabbrica. "Regent's Park" è un lavoro piacevolissimo, ma poco di più.
---
La recensione Regent's Park di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-21 00:00:00
COMMENTI (10)
inizio a capire il trucco, ovvero: mettere in giro decine e decine di gruppi assurdi in modo che quelli scarsi sembrino il male minore. E' un vecchio trucco, e comunque non mi spiego altrimenti il senso di tutti questi gruppi ridicoli, quasi rimpiango gli inland sea o.O (appunto).
pardon... "I Penny Press sono troppo "bravi uaglioni"!!! :D"
I Penny Press non troppo "bravi uaglioni"!!! :D
I Penny Press non insultano: al massimo si lasciano insultare! :D
Comunque, a parte gli scherzi, dalle critiche c'è tutto da imparare. :)
non solo condivido la recensione della Dardanelli ma ha tutta la mia solidarieta' 1° perche' ci vuole tanta pazienza ad ascoltare certe "opere"... 2° perche' certe persone invece di offendere dovrebbero cambiare hobby.......
Questa Dardanelli è ridicola, rimuovetela da questo sitooooo!!!
PS per Chiara: dove sta scritto che essere stonati è sempre un difetto? ;)
Calicanto >vedi scheda > amici (1): Penny Press.
Veramente un tentativo ridicolo. E comunque Barbara è stata fin troppo buona. Mandate via la cantante, è stonata, e nel video per dio, un po'di entusiasmo. Altro che marchio di fabbrica, qua manca tutto.
Siamo davvero commossi dal tuo commento, Calicanto :)
Ti ringraziamo infinitamente per le splendide parole, siamo felici di averti fatto compagnia con le nostre canzoni e speriamo di poterlo fare ancora per molto :)
Grazie!
Le maledizioni che pesano sugli album dei gruppi emergenti sono banalmente sempre le stesse: la resa conclusiva votata a stilare convulsamente paragoni e generi di appartenenza, l'incapacità di accogliere senza ragioni, l'imposizione dell'esperienza soggettiva di ascolto.
Fortuna le parole -queste comprese- si usurano più rapidamente dei sentimenti, i quali, la raccolta dei Penny Press, assicura.
Loro, i componenti della band, comprensibilmente misurati e sciolti, sembrano forniti anche di una buona scorta di ironia, per sorridere di fraintendimenti e ridondanze di sorta.
Spero sappiano di non aver bisogno di guardare più in là per pensare di colpire: lo hanno già fatto,e con i loro passi felpati e mirati, non potranno che continuare.
Dolce e amaro giradischi è Regent's Park, riascoltato un numero eccetera di volte, (preferibilmente guidando o, in cuffietta su un prato,come esso stesso suggerisce), che sto a dire per il solo desiderio di testimoniare il piacere e la gratitudine vere, derivanti dall'averlo trovato.
Di aver trovato, cioè, un piccolo intenso mondo suggestivo, efficace nella tua intenzione di esprimere presenza.
L'interiorità è usata e sollecitata e il senso dell'ispirazione si avverte in ogni traccia.
Si provano sensazioni finanche fisiche, come se persino il corpo sia chiamato a partecipare, a risvegliarsi, per liberare quello che la percezione ha interiormente deposto e per svolgere, in un solo tempo, la sua funzione originaria di mezzo.
La voce principale – con suo timbro e il suo colore- è forse la più naturalmente adatta a valorizzare e completare i testi, per la sua caratteristica di riconnettere alla memoria inconscia di cui prima.
I testi sono suggestioni di parola, da ripassare nei momenti più svariati, per via di ciò che evocano, descrivono e sottendono.
La musica ha un inconfondibile accento e alletta sopratutto per le porte che si rende capace di chiudere e di aprire.
Nell'insieme, l'affiatamento si percepisce tutto. Diventa perciò palpabile il palpito declinato nei vari moti, ed è semplice rivivere le apatie, riconoscere i tempi diluiti o affrettati, farsi portar via. Inzupparsi.
Grazie per il giudizio severo. Anche se, se è vero che è severo forse è un pò troppo categorico. Ciao :)